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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Vivere col Freno a Mano Tirato – Come distinguere qualcosa di invisibile

Al mondo ci sono due categorie di persone.
 
Quelli che vivono inseguendo i propri sogni realizzandoli, e gli altri.
 
Se è vero che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita a costruire qualcosa di nostro, non è altrettanto vero che siamo sempre riusciti nell’impresa.
 
Da che cosa dipende il fatto di riuscirci o meno?
 
Capacità? Fortuna? Determinazione?
Si e no.
 
Esiste un elemento fondamentale che può fare la differenza. Togliere i nostri freni personali.




Il tema che sto per trattare è tanto importante quanto vasto.
 
E’ possibile che dovrò ritornarci spesso, come molti di voi sapranno, ho la capacità di parlare 100 volte dello stesso argomento sviscerando ogni volta un aspetto diverso e complementare.
 
E allora perchè non cominciare proprio oggi!?
 
Il motivo per cui ho preso in considerazione la questione è che mi sono accorto che spesso le persone ottengono dei risultati non ‘logicamente’ prevedibili.
 
Partiamo da molto indietro: da piccolo seguivo ripetizioni di matematica.
Sebbene durante le lezioni private i compiti andassero senza intoppi, arrivati al momento delle verifiche, qualcosa non funzionava mai e gli sforzi non venivano premiati.
 
Ricordo che le frustrazioni erano enormi, soprattutto per il fatto che non riuscivo a darmi una spiegazione, non c’era.
 
Perchè se sapevo fare bene un compito a casa, non riuscivo a fare la stessa cosa durante l’esame.
 
Questo meccanismo è stato presente molte volte in altrettanti contesti, tuttavia la cosa che c’era in comune era il senso di ‘autosabotaggio’.
 
Qualcuno adesso dirà :”Ma certo è il famoso autosabotaggio di cui tutti ci parlano da anni.” E io dico, “bene, ma il fatto di saperlo non ti ha permesso di eliminarlo.”
 
Quello che mi propongo di fare in questo articolo è di evidenziare alcuni dei tanti meccanismi che portano a questo risultato.
 
Non prenderne atto vi costringerà a vivere una vita col ‘freno a mano tirato’.
 
E’ interessante osservare come in ogni ambiente sociale e lavorativo, ci sia sempre quello che manifesta di saper fare operazioni e portare a termine progetti ben al di sopra del suo ruolo. Ad esempio l’operaio o commesso che ti racconta per filo e per segno come si fa a dirigere un’azienda o un’impresa edile.
 
Ti dice punto per punto quanto costano i materiali, come si chiedono le licenze ecc…salvo poi lasciarti col dubbio:” E perchè non lo fa?” Magari si lamenta in continuazione del suo datore di lavoro o del salario basso.
 
Allora mi sono reso conto di una cosa. Di tutti questi personaggi abili con la bocca, ci sono quelli che effettivamente sanno di cosa parlano e sono col freno a mano tirato, e i fanfaroni.
 
Dei secondi non mi interesso neanche, vediamo però i primi.
 
Misurare il proprio livello reale di capacità
Tutti noi siamo dotati di due forme di capacità.
 
La prima è quella che manifestiamo all’esterno ed è misurabile in base ai nostri risultati materiali. Ad esempio quanto guadagno al mese, quante o quali attività ho avviato, progetti concretizzati ecc.
 
La seconda è la capacità potenziale, cioè quella che è realmente raggiungibile se ci esprimiamo al massimo.
 
Questa capacità potenziale è il tetto che possiamo sostenere nel portare avanti un progetto al 100%, ovviamente levando tutti i nostri freni esistenti.
 
Il problema è che le persone potranno identificarci o contare solo sulla capacità manifestata nella pratica, non per il nostro potenziale.
 
Se parliamo di lavoro, la gente ci valuterà in base al fatturato (pensate alla Banca quando chiedete un finanziamento, non vuole sapere che voti avevate a scuola ma quanti soldi portate in cassa).
 
Non è insolito che un dipendente possa ottenere un prestito superiore al suo datore di lavoro che gli ha precedentemente fatto da garante. Perchè una banca guarda ad alcuni dati concreti non al potenziale dell’imprenditore.
 
N.B. Il potenziale spaventa o insospettisce, il concreto rassicura.
 
Se invece ci occupiamo di rapporti sociali o relazioni amorose, le persone ci valutano in base alle qualità caratteriale che sappiamo esternare.
 
Di conseguenza molte persone non si rendono conto del perchè una persona esca con un perfetto cretino, mentre non esce con loro che hanno saldi principi e qualità caratteriali mature.
 
Per il semplice motivo che il cretino ha magari una sola dote ma la mette in mostra, la persona per bene può averne anche 100 ma non sa esternarne nemmeno una.
 
Allora cerchiamo di capire perchè alcuni vivono col freno a mano tirato.
 
Il motivo principale è che la maggioranza non sa neanche di vivere in queste condizioni, e da per acquisito che la vita media è quella di chi si alza al mattino e va a cercarsi un lavoro sottopagato…perchè tanto è così che si fa e non si può sperare niente di meglio.
 
In pratica è chi si fa condizionare da credenze altamente limitanti, in modo da condurre una vita sotto tono, senza possibilità nè di ribellarsi nè di emergere in qualche maniera.
 
Il secondo motivo, appena sotto, è che sa nel suo modo di vivere c’è qualcosa che non va, ma non riesce assolutamente a capire cosa non va.
 
E purtroppo poichè il suo stile di vita è una continua conferma di mediocrità, non appena ha questo dubbio e lo manifesta al suo giro di amicizie, viene redarguito dal gruppo dei pari, in modo che non osi più manifestare simili idiozie ideologiche e materiale new age.
 
Motivi Biologici
Provate a pensarci un secondo.
Chi ha un conflitto, legge biologica, non è assolutamente consapevole di averlo perchè il cervello ha isolato un gruppo di neuroni dal resto del sistema, obnubilando la sua coscienza in quell’ambito.
 
Di conseguenza tutto ciò che rievoca il conflitto genera uno stress anormale e destabilizzante. Nella maggior parte dei casi quando vi sentite toccati in una ferita emotiva, come reazione scattate e vi adirate con la persona che vi ha destabilizzato.
 
Per cui la persona che esprime disagio agli amici, inconsapevoli e in pieno conflitto, si ritroverà criticato aspramente e se insiste con queste malsane ipotesi, col tempo sarà emarginato persino dal gruppo.
 
Poichè il nostro gruppo è di fatto l’unico riferimento solido e concreto che sentiamo di avere nella nostra vita di insoddisfatti, allora cercheremo di chiudere un occhio e non far peggiorare le cose. “E’ vero, sento che c’è qualcosa che non va in me, ma non ha senso che metta zizzania tra me e i miei amici per una sciocchezza simile. Sicuramente troverò una ragione più valida.”
 
Ecco che in breve, la persona col freno a mano, si ritrova al punto di partenza per altri giorni/settimane/mesi senza aver cambiato nulla.
 
Di elementi ne ho molti altri, ma per questa volta mi fermo qui 🙂
 
Sono naturalmente ben disponibile a rispondere ai vostri dubbi sulla questione, magari con esempi specifici.
 
 
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Questo argomento viene trattato nel corso “Imparare ad Amare Se Stessi”
 

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