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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Relazione a Senso Unico – quando dare e avere non sono equilibrati

‘Stiamo insieme da 20 anni, di cui quasi 10 di matrimonio. Abbiamo due bellissimi bambini. Da un mese, dopo un anno molto difficile per via di una sua malattia, mio marito mi dice, sempre più gradualmente, che non sta bene, che non sta bene con me, che mi vuole bene ma non mi ama più. Pensa di andarsene, ma non ha deciso quando e nemmeno se. Però con me sta male. Leggendo l’articolo, e meditando come non mai in questo mese, mi sono accorta di essere io la parte respingente. Sto cercando di cambiare, di lavorare su di me per prima, per il bene mio e poi nostro insieme. Mi dice che si è sentito abbandonato, e gli piacerebbe rinnamorarsi ma ha paura di sentirsi ancora abbandonato. I segnali sono contraddittori, tra giorni di slanci più affettuosi e altri di gelo. Quale deve essere l’atteggiamento più costruttivo per non perdere tutto?’
 
Questa situazione è frequente in diverse coppie.
 
Il problema non è tanto l’atteggiamento da assumere, quanto comprendere meglio che cosa sia accaduto tra voi.
 
Sebbene ogni persona sia unica nelle sue sfumature, ci sono comunque dei meccanismi che sono generali.

Prima di tutto, il fatto che la coppia serve per stare meglio che da soli…
 
L’idea che mi sono fatto, senza neanche conoscere i particolari, ma conoscendo piuttosto bene le dinamiche relazionali, è la seguente.
 
Se lui sta male è perchè un po’ alla volta il rapporto, invece di ricaricarlo lo ha esaurito delle sue energie.
 
Queste energie, di natura sessuale, sono quelle che ci danno la carica per affrontare la vita. Tendenzialmente maggiori quantità di energia corrispondono ad un grado di soddisfazione più alto, al fatto di sentirsi vitali, in salute, a successi economici più eclatanti.
 
Tutti questi elementi sono la ‘conseguenza’ di un flusso di energia sessuale maggiore tra voi, non sono la causa dello stare bene o male.
 
Diciamo che più i miei bisogni vengono soddisfatti dal partner, maggiore sarà il grado di ‘rilassamento’ emotivo dentro di me e ancora più grande il flusso di energia e ricarica.
 
Io prima percepisco energia che circola nella coppia, e in seguito mi sento bene, ottengo successo e la mia salute migliora; viceversa, quando questa energia non circola più ottengo l’effetto esattamente contrario: perdo gli affari, mi deprimo, la salute comincia a peggiorare.
 
Questo vale per tutti non solo per voi.
 
La cosa interessante è che di solito chi si trova nella situazione di tuo marito, è probabilmente qualcuno che al rapporto ci tiene veramente tanto e sta facendo di tutto per tenerlo insieme, nonostante si sia reso conto da molto tempo che ciò lo faceva star male.
 
Se arriva al punto di dirti che non sta bene, è proprio arrivato ai limiti della sua possibilità di resistenza. Non è una questione mentale, è che ‘fisicamente’ non ha più l’energia di farcela.
 
Qualcuno si starà chiedendo che ruolo gioca la forza di volontà in tutto ciò.
 
La forza di volontà è importantissima, il problema è che questa forza è mentale e trae le sue energie dall’energia sessuale/animale. Se il flusso sessuale si è chiuso, l’unica possibilità di salvezza è usare le proprie ‘batterie’ e queste sono rappresentate dalla forza di volontà, che ha lo scopo di mantenere le cose al meglio fino a quando non avete trovato un modo di ripristinare il flusso tra di voi.
 
Ma quando anche le batterie si scaricano, e prima o poi lo faranno inevitabilmente, anche la forza di volontà cessa e subentra questo tipo di situazione in cui uno non ce la fa più, senza cattiveria, ma non può più materialmente parlando.
 
Di tanto in tanto ci saranno degli slanci di affetto da parte sua, ma solo perchè è riuscito a recuperare quel briciolo di respiro e di carica di cui aveva bisogno. Tuttavia saranno probabilmente le briciole, non assolutamente sufficienti per prolungare il rapporto.
 
Allo stesso modo, noterai dalle sue parole che il motivo del ‘distacco’ è stato un suo modo di vivere il rapporto non soddisfacente. Nel suo caso si è sentito abbandonato.
 
Il vissuto può differire in ognuno di noi, resta il fatto che quella mancanza era il cardine su cui lui fondava la relazione.
 
“Se devo avere una relazione perchè soffro dell’abbandono, non ha senso e non mi sento a mio agio in un rapporto in cui mi sento abbandonato proprio da chi non lo dovrebbe fare.”
 
Esempio: se quando hai un problema io ci sono, ma se ce l’ho io tu non sei in grado di capirmi ed ascoltarmi, io mi sentirò incompreso e abbandonato. Se per risolvere devo andare a parlare con un mio amico, qual è la funzione del nostro rapporto? A cosa serve?
 
Col tempo, si tende ad instaurare nelle relazioni tutta una serie di programmi automatici che mettono in crisi i membri della coppia.
 
La dinamica generale di chi si trova nelle vostre condizioni è che la bilancia comincia a pendere solo da una parte e il rapporto diventa squilibrato.
 
Ad esempio, è come se vi ritrovaste invece che essere due adulti in una relazione paritaria, come un genitore ed un bambino sempre nei medesimi ruoli.
 
Per cui il genitore di solito dona senza prendere niente in cambio dal bambino, che di fatto non è neanche nelle condizioni di poter restituire qualcosa.
 
Si innesca un rapporto a senso unico dove uno dei due si pone ad un livello superiore all’altro e quindi chi sta sul livello inferiore non è minimamente in grado di ricambiare gli sforzi del primo.
 
Da un punto di vista dell’attrazione, il genitore non è ‘attratto’ dal figlio perchè al massimo può amarlo ma non esserne innamorato, non riesce a ricaricarsi da lui, perchè il figlio di sua natura è lì solo per prendere non per dare.
 
Quindi il genitore si sentirà ‘stanco’ e non starà bene.
 
N.B. Si sentirà stanco non perchè ci sia niente di male a ‘dare’, ma perchè la persona a cui dona è anche quella che lo dovrebbe ricaricare. Chi va in cerca di un’amante lo fa proprio per ricaricarsi fuori dalla coppia senza troncare il rapporto.
 
Il ‘figlio’ invece si ritrova in una condizione in cui l’altro è incredibilmente soddisfacente nel garantire i suoi bisogni, è sempre un porto sicuro e sa sempre come affrontare le cose meglio di lui.
 
Da questo punto di vista il figlio proverà molta ‘attrazione’ verso questa figura straordinaria, proprio perchè il figlio ha ‘bisogno’ del genitore.
 
Se in un rapporto amoroso, solo uno dei due ha bisogno dell’altro è perchè si è innescata una dinamica genitore-figlio a senso unico e quindi non c’è più scambio e ricarica reciproca di energie sessuali, ma solo uno che prende e l’altro che dona fino ad esaurimento e chiusura inevitabile della relazione.
 
L’atteggiamento migliore potrebbe essere cambiare il circolo e cominciare a mettersi nel ‘dare’ al partner ‘genitore’ per farlo tornare adulto e in modo che noi ‘figli’ diventiamo adulti a nostra volta.
 
Per riuscirci bisogna entrare nell’ottica di poter dare all’altro qualcosa che gli possa servire, altrimenti se non hanno bisogno di noi non hanno motivo di tenerci e non è evolutivo, ma un sacrificio per l’altro.
 
Un atteggiamento efficace potrebbe essere frequentare corsi o seminari di vario genere, in modo da ‘imparare’ e sviluppare qualità nuove in noi stessi, aumentare la nostra autostima e l’energia personale in modo da elevare noi stessi.
 
In altre parole: superare i nostri limiti per diventare il miglior alleato del nostro compagno/a.
 
Renderci persone migliori ci consente di essere più in equilibrio con noi stessi, essere meno succubi degli altri e cominciare ad avere qualcosa da offrire in una relazione.
 
Se l’altro è tutto il nostro mondo, vuol dire che non abbiamo niente da dargli e ciò renderà il rapporto pesante e non desiderabile.
Questo argomento viene trattato nel corso “Regole nei Rapporti Umani”
 
 

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