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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Paure Immotivate di Abbandono – quando l’inconscio rievoca i traumi del passato

“Ciao!Sono una ragazza di 24 anni e sono fidanzata con un mio coetaneo. I genitori del mio ragazzo si sono separati quando lui aveva circa 12 anni e il padre e’ andato a lavorare all’estero. Ho notato che lui ha tanta paura di essere lasciato (tradito) da me anche se io non gli ho mai dato modo di pensarlo e lo dice anche lui. Questa sua insicurezza potrebbe essere legata al fatto che il padre secondo lui l’ha abbandonato? Come posso rassicurarlo ed aiutarlo? Grazie …”

Rispondo con piacere alla tua domanda, anche perchè mi hai fornito dei dati per poterti dare una visione interessante della situazione attraverso gli strumenti della Biologia Karmica.

Diciamo che il problema ha più letture e cercherò di esporle in maniera organica e completa.



In primo luogo, ognuno di noi ha delle paure specifiche.

La caratteristicha che le accomuna tutte è la loro funzione: le paure servono sempre a prevenire un pericolo mortale.

Non importa quanto a noi sembri immotivata, la paura è sempre una forma di autodifesa per la sopravvivenza.

Puoi ben immaginare che l’abbandono faccia questo effetto, in quanto noi siamo animali da branco, e in branco si sopravvive solo grazie all’aiuto di tutti.

Chi viene abbandonato ha scarse possibilità di farcela e questo pericolo ha programmato nelle nostre cellule il terrore di stare da soli.

Il motivo per cui alcuni hanno più paura di altri nel vivere l’abbandono è solo perchè lo hanno vissuto sulla propria pelle. Tuttavia questo non è l’unico motivo, infatti non ci sarebbe nessun problema nello stare da soli se in seguito si imparasse a sviluppare un senso di forte sicurezza nelle virtù personali.

Ma per sviluppare queste doti, prima bisogna accettare che nella vita è anche possibile essere soli, altrimenti l’attenzione non si sposterà mai sul miglioramento personale ma sulla speranza di essere sempre con qualcuno.

Oltre tutto, poichè noi tendiamo ad ereditare le situazioni e le dinamiche dei nostri antenati, è probabile che chi soffre di abbandono abbia già vissuto nella sua dinastia episodi eclatanti di abbandono.

Esempio, uno si sente abbandonato, poi si scopre che il nonno era orfano da piccolo; dall’altro ramo della famiglia la madre era stata cresciuta dagli zii; da un’altra parte ancora c’era una famiglia povera e un figlio è stato mandato in collegio ecc…

Questi episodi della famiglia imprimono nelle cellule il fantasma dell’abbandono che poi tende a ripetersi, mai per caso, nei discendenti.

Prendiamo il caso del tuo ragazzo.

A 12 anni c’è stata una separazione, i genitori si dividono e il padre va all’estero.

Questo è un episodio che può ‘programmare’ il vissuto di paura di abbandono anche in futuro, e quindi il ragazzo senza accorgersene comincerà a strutturare la sua vita in modo da essere abbandonato costantemente. Sarà un risultato dovuto al suo cervello inconscio che si inceppa su questa modalità; come un disco rotto che ripete sempre la stessa parte della canzone.

Perchè la causa è un dolore mai risolto e che tende a ripetersi in eventi autoindotti allo scopo di superarlo definitivamente.

Tuttavia per superare un certo ‘vissuto’ è necessario riviverlo, dunque il suo inconscio comincerà a creare anticipatamente i presupposti per un futuro abbandono. Tutto questo indipendentemente da cosa farai tu, non ne sei responsabile.

Altro elemento interessante che c’entra coi meccanismi di funzionamento del cervello è l’età dell’abbandono: 12 anni.

Mentre ora ne ha circa 24, ovvero il doppio. Questo è uno dei motivi per cui in particolare sente paura proprio in questo periodo. Perchè il cervello inconscio ha la tendenza a ripetere gli stessi eventi a scadenze regolari, di conseguenza se c’è un abbandono a 12 anni (o vissuto come tale), anche se non ce n’è apparentemente ragione, al doppio dell’età il suo inconscio sa che potrebbe ricapitare e dunque sente l’ansia prima ancora che succeda.

Se vuoi dargli una mano ulteriore puoi chiedergli di osservare che cosa gli era accaduto a 6 anni (12 diviso due) per vedere se un altro episodio della sua vita è stato significativo oppure anche a 3 anni sempre per la stessa sequenza.

Esteriormente potrebbero essere episodi accaduti in contesti differenti, ma la sensazione di fondo sarà sempre ‘abbandono’ perchè è il passato che genera il futuro e non il contrario.

Questo meccanismo ti spiega perchè lui ha paura anche se tu non gliene dai motivo.

Per aiutare entrambi a prevenire un pericolo evitabile, ti posso dire che spesso le persone tendono a realizzare da sole le cose di cui hanno paura, per cui la non consapevolezza del meccanismo potrebbe mettervi talmente ansia da farvi separare…magari dubitando della buona fede reciproca e cercando ulteriori prove di colpevolezza che in realtà non ci sono.

Sapere che tutto è il risultato di una programmazione biologica, che ha spesso origine in abbandoni nella genealogia, può aiutarvi a vedere le cose con più distacco e rilassamento.

A questo punto però potresti proporgli questo esercizio, in modo che la sua paura si smonti definitivamente sia con te che con chiunque altro.

Ci sono due compiti molto efficaci da fare uno dopo l’altro:

1) Deve prendere un quaderno e scrivere tutti gli episodi della vita in cui ‘lui si è sentito’ abbandonato.
Esempio: padre va all’estero—> mi sento abbandonato (e l’ho vissuto come un tradimento)
amico all’asilo non gioca con me—> abbandonato ecc…

2) Per 3 settimane consecutive, deve prendere un notes tascabile e scrivere tutti gli episodi giornalieri in cui lui si è sentito abbandonato. E la sera deve rileggerseli.
E qui si dovrà annotare tutti gli eventi più insignificanti ma che avranno una tonalità soggettiva di abbandono:
esempio, vado al bar e il collega esce 1 minuto prima di me senza salutarmi=abbandono


In pochissimi giorni la sua situazione cambierà drasticamente e lo vedrai tu stessa, l’unico elemento necessario è applicarsi. L’abbandono sarà sempre meno fastidioso e gestibile.

Buon lavoro.


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Questo argomento viene trattato al corso “Strumenti Base di Auto Aiuto”

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