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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

L’ambiente e la formazione del sè

ambiente-formazione-pnlChe cosa caratterizza il nostro sviluppo?

Perchè prendiamo una strada piuttosto che l’altra?

In che modo le persone che sono intorno a noi influenzano la nostra crescita? E che ruolo gioca l’ambiente esterno?

Tante domande per soddisfare un unico dubbio: chi siamo veramente e perchè.


Nel blog abbiamo parlato molto dei singoli elementi che caratterizzano il nostro sviluppo.

Abbiamo già visto che ogni essere vivente ha un ‘progetto senso‘, cioè il motivo stesso per cui è stato fabbricato. Il progetto senso diventa il nostro scopo nella vita ed è importantissimo per agire in maniera coerente verso noi stessi.

Siamo passati a descrivere le ‘memorie cellulari‘ come esperienze vissute dai nostri antenati a cui non si è data una risposta valida e che sono state trasmesse geneticamente ai discendenti. Dunque la nostra personalità e le nostre scelte sono già condizionate alla nostra abilità nell’applicare le memorie passate (qualcuno direbbe vite precedenti).

Questi due fattori, progetto senso e memorie, di per sè costituiscono il 90% delle influenze a cui una persona è sottoposta durante la formazione del proprio carattere.

Se io eredito un certo scopo di vita, è chiaro che sarò selettivo nel prendere delle decisioni, farò in modo di favorire tutte quelle possibilità che mi permetteranno di inserirmi sul mio binario.

Immaginate un ragazzo, figlio di due genitori provenienti da due paesi completamente diversi. Ad esempio un italiano e una giapponese che vivono in Italia.

Che tipo di conflitto potrebbe aver vissuto il ragazzo?
Molto spesso chi è figlio di due culture eredita le difficoltà di fondo dei genitori i quali, essendo diversi, faticano a comunicare e si scontrano su elementi caratteristici dei rispettivi paesi.

A questo si può aggiungere che ai suoceri, non faccia molto piacere che i figli si mescolino con qualcosa di estraneo a loro. Si sentono invasi e vorrebbero che le cose non funzionassero; il vissuto della coppia è quasi di amore impossibile e rigetto.

Il bambino si ritrova in una famiglia spaccata, dove i genitori sono impossibilitati a comunicare al 100% tra loro e dove le rispettive famiglie remano contro per farli dividere. A questo punto le memorie sono già state trasferite, il ragazzo crescendo sarà molto selettivo e cercherà sempre di ‘riunire’ tutto.

Un buon diplomatico, un ambasciatore, tutti quelli che vogliono mettere pace tra due, sono sempre persone che rispondono al conflitto familiare di separazione.

Poichè le sue memorie lo indirizzeranno verso queste esperienze da mediatore, in presenza di 1000 impulsi diversi, l’attenzione si attiverà sempre in presenza di elementi a lui noti.

L’attenzione non si attiva in qualunque caso di pericolo o anomalia, ma solo quando il cervello registra la presenza di uno stimolo conflittuale che conosce già, ovvero che è già accaduto a qualcuno nella genealogia e che è stato registrato nelle memorie cellulari e poi trasmesso.

Per questo noi non ci attiviamo mai su cose nuove ma solo su esperienze vecchie già metabolizzate in passato, mentre i traumi dei nostri figli corrisponderanno alle nostre esperienze a cui non eravamo preparati perchè non le avevamo ancora mai sperimentate.

Le persone intorno a noi ci sono per un motivo
Un’altra influenza è certamente dovuta alla presenza delle persone che abbiamo intorno, familiari, amici, persone del branco ecc.

Queste persone esercitano delle pressioni e dunque ci spingono a rispondere in un modo o nell’altro, ma anche in questo caso mai casualmente. Infatti ogni persona ha i suoi propri meccanismi e progetti di vita, per forza di cose si assocerà con le persone che condividono i suoi modi di fare e i suoi bisogni.

Se provate a fare una lista delle persone che interagiscono maggiormente con voi in questo momento, avrete un elenco di individui che in un modo o nell’altro si servono di voi perchè siete complementari a loro per ideali, progetti o necessità.

Nel momento in cui le vostre priorità mutano, queste persone spariranno dalla vostra vita tanto velocemente quanto lo è stato il vostro cambiamento. Penso che lo potrete verificare semplicemente pensando a quell’amico con cui eravate molto legati da anni, e che ad un tratto avete cominciato ad evitare o non siete più riusciti a vedere per strada nè lo avete cercato o lui ha cercato voi.

L’adulto è in grado di scegliere il suo percorso in autonomia, di fatto è un percorso tracciato già da quando era molto piccolo.
Il bambino invece si regola in base alle memorie che lo spingono inevitabilmente ad associarsi con gli adulti a lui necessari; è un processo di scambio continuo in cui l’adulto cerca il bambino con cui interagire meglio e il bambino attrae similmente chi gli occorre per vivere delle esperienze speciali.

Questo processo di interazione attiva tutte le memorie del bambino nei primi anni di vita e le consolida. In base agli elementi attivati avremo una personalità con un determinato potenziale, con punti di forza e punti deboli. Il carattere corrisponde ad un adattamento della persona all’ambiente, non è necessariamente una linea continua dove ad un estremità abbiamo un sè debole e dall’altra un sè forte.

Come abbiamo visto, le strutture che determinano le situazioni tipo di una persona sono ereditarie. In questo senso, se un bambino è abituato a crearsi situazioni in cui viene giudicato, è sicuro che lo farà di continuo per tutta la vita.
Quello che può cambiare, non è lo scheletro della situazione, ma gli elementi presenti nel momento critico che la decoravano.

Ad esempio, se io vengo giudicato è possibile che sia così per via di una memoria, per cui posso rintracciare l’antenato che è stato a sua volta giudicato o ha dato scandalo e ne ha pagato le conseguenze. Tuttavia è probabile che nel primo caso in cui ho vissuto un giudizio importante, nell’ambiente fossero presenti degli elementi apparentemente insignificanti ma che il mio cervello ha registrato.

Questi elementi potrebbero essere anche degli oggetti, come un divano magari presente nella stanza in cui vengo giudicato; le persone presenti potevano avere un profumo particolare; le pareti potevano essere gialle ecc.

Per capirci, nell’esempio che abbiamo ricostruito, ogni volta che io mi trovassi in una stanza con un divano, pareti gialle, profumo, e giudizio: TILT!
Il mio cervello collega tutti i segnali e li fonde insieme ricevendo la risposta PERICOLO. A quel punto il mio comportamento cambierà per rispondere a questi stimoli.

E’ lo stesso principio delle allergie, si è allergici ad un elemento che rievoca l’episodio conflittuale di pericolo in cui quell’elemento era presente.

Riassumendo: l’ambiente influenza le nostre dinamiche in accordo con le nostre memorie. Questo è evidente nel caso in cui ci siano più fratelli a condividere gli stessi spazi, i cui effetti nello sviluppo sono molto diversi.

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