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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Indole Umana parte 3: Dalla Collaborazione al Servizio Universale

Veniamo ora alla terza ed ultima parte, con la descrizione dell’Uomo-Angelico o Spirituale.

Come dicevamo nella parte 1 e nella parte 2, l’uomo condivide una struttura biologica con gli altri esseri viventi, tuttavia il suo grado di crescita interiore è di tale portata da distinguersi nettamente da essi.

Non è un fenomeno che si verifichi necessariamente in chiunque, ma è senza dubbio riscontrabile in molti individui.

Dall’uomo competitivo, si passa a quello collaborativo, infine a quello Spirituale.

La differenza principale è che nell’uomo Spirituale non ci si accontenta più di perseguire un semplice obiettivo.
 
Tutti noi ne abbiamo uno. Avere obiettivi è una componente fondamentale della vita poichè ci permette di riversare le nostre energie in un progetto che abbia un senso per noi, dunque ci stimola e ci fa sentire vivi producendo un entusiasmo interno.

Le persone che non hanno obiettivi si ritrovano ben presto a disporre di energia che non sanno come utilizzare, questo fenomeno produce la ‘noia’.

Le persone annoiate sono coloro che hanno carica dentro di sè, se non ne avessero non potrebbero sentirsi in questo modo, al limite sarebbero ‘stanche’.

Chi invece non è in grado di realizzare un proprio obiettivo, ma dispone ancora della propria energia, può trovarsi nella spiacevole situazione di essere rimasto attaccato ad un precedente progetto mai pienamente realizzato e che oltre tutto non potrà mai esserlo.

Questo fenomeno produce la depressione.
 
Le persone depresse sono coloro che si sono dedicate ad un programma che però non è stato preparato con la dovuta oculatezza e dunque si è arenato.

Chi ha un piano B non va mai in depressione, se non per pochi minuti.

Qualcuno probabilmente si starà chiedendo se c’è una correlazione tra gli stati depressivi e l’indole umana.

Il legame è che più l’uomo tende ad incarnare un livello basso, per esempio quello animale, più sarà competitivo per il suo territorio.

Il problema è che la depressione è sempre la conseguenza di una ‘perdita’, che sia di territorio materiale o affettivo, per cui vivere nel ‘possesso’ (termine che racchiude il sesso, quindi la bramosia e il desiderio) ci espone in maniera drammatica al rischio della perdita.

Come dicevamo negli articoli precedenti, l’uomo-animale è territoriale, concepisce la vita come una bestia, solo riadattata al nostro stile di civiltà. E’ colui che cerca di essere dominante sugli altri possedendo più cose e schiacciando la concorrenza, se ne è in grado.

Questo stile di vita è fortemente a rischio, lo manifestano i numerosi infarti che a livello biologico manifestano uno stress di ‘territorio’ e di competitività.

L’uomo-umano è già più evoluto e tende a collaborare più che a possedere.

In questo caso lo stress è enormemente inferiore, seppur presente, poichè non ricade sul singolo individuo ma su tutta la squadra.

Se voi siete lo schiavetto di un tiranno, in un certo senso siete dei sottomessi, ma se siete i dirigenti di una multinazionale, per quanto siate tecnicamente dei dipendenti di qualcuno, il livello di leadership e potere è decisamente diverso.

Non sempre essere un subordinato deve essere vissuto come sottomissione, dipende da tutti i trattamenti di contorno.

La squadra, tipica del livello ‘umano’, è un ammortizatore di stress e preoccupazioni, poichè il vostro gruppo ci tiene a farvi tutelare al massimo in modo che anche voi facciate altrettanto.

Nel livello ‘Spirituale’, si sale ulteriormente annullando del tutto (o quasi) il problema del territorio.

Chi vive a questo livello non solo è disinteressato al possesso, non solo considera scontato il fatto di collaborare al meglio, ma addirittura rinuncia al bisogno di possesso in quanto lo ritiene meno efficace o gratificante del produrre sostanze per gli altri.

Tendenzialmente i maestri spirituali più illuminati manifestano caratteristiche comuni, a partire dal modo di nutrirsi (quasi sempre eliminando la carne) fino al tipo di patologie, che di solito sono legate a conflitti del ‘boccone’ (tronco cerebrale), quindi con poco a che fare col territorio (corteccia cerebrale).

Un esempio di progetto spirituale:
qualcuno che lavora fondando un’azienda che ha lo scopo principale, non del profitto, ma di portare benessere al paese in cui si instaura producendo benefici materiali coi propri prodotti, fornendo posti di lavoro ecc.

In questo caso si parla di azienda etica, che normalmente ottiene anche enormi riconoscimenti sia sociali che economici, ma il fatto di ottenere profitti diventa una conseguenza naturale dovuta al buon impatto sull’ambiente umano, non l’obiettivo.

La cosa interessante è proprio questa. Chi abbandona il livello umano, per ascendere a quello spirituale, rinuncia all’attaccamento per la materia, non rinuncia alla materia.

La differenza è molto sottile. L’uomo spirituale può anche andare in giro in Ferrari e possedere un Rolex d’oro al polso, tuttavia il fatto di perdere queste cose non produce nessun dispiacere significativo, è semplicemente la capacità di godere del momento senza disperarsi quando tutto questo sarà finito.

Perchè l’uomo-spirituale conosce il concetto liberatorio di ‘impermanenza’ in cui tutto è provvisorio.

Poichè lo scopo è ricercare il piacere della propria missione di vita, non del proprio corpo, questo atteggiamento consente all’uomo di compiere scelte e rinunce che in breve tempo gli apportano dei benefici indiretti che nessun altro potrà mai sperimentare.

“Il mio Regno non è di questo mondo” diceva Cristo.

Tornando ad una precedente classificazione riferita alla cellula:

-l’uomo-animale considera se stesso come il Corpo e gli altri come sudditi o più precisamente cellule del proprio corpo.
 
-l’uomo-umano considera se stesso alla pari degli altri, li vede come risorse e non come polli da spennare.
 
-l’uomo-spirituale considera se stesso come cellula e gli altri sono suoi pari, quindi tutti diventano le cellule di un corpo più grande che è la razza umana.
 
A sua volta ci si rende conto che come la cellula ha una sua coscienza limitata rispetto al cervello umano, anche l’uomo è di per sè limitato rispetto alla coscienza collettiva dell’intero pianeta, che supera abbondantemente in intelligenza e saggezza quella del singolo individuo.

Questo argomento viene trattato nel Corso “Attiva la tua Coscienza Spirituale”

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