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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Da Cosa Dipende la Paura del Confronto?

Hai anche tu paura di confrontarti con gli altri?
Di vedere chi sei e cosa vali veramente?
 
Non ti preoccupare, è qualcosa di molto comune.
 
Per alcuni è veramente un problema invalidante, non importa quanto siano preparati.
 
Nella mia esperienza ho potuto assistere a molte risoluzioni di questo genere di paure in tempi molto rapidi. Per riuscirci è necessario capire che cosa sta dietro a questa fobia.


Partiamo identificando lo schema tipo di chi ha paura di un confronto.
 
In primo luogo, il confronto è relativo ad una determinata capacità personale. Se io mi sento in deficit su un certo aspetto non significa che lo sia anche in altri.
 
Tuttavia esistono persone che hanno la ‘presunzione’ di essere inferiori in qualunque cosa, per partito preso.
 
Se ragioniamo in termini di etologia, questo problema ha a che fare con la nostra gerarchia di dominanza e posto in classifica nel branco.
 
A che punto sono della scala?
 
Se sono in vetta, generalmente sono il più forte, dunque il dominante.
 
Chi è dominante ha il problema di ricevere molte sfide da chi sta in basso, perchè tutti hanno il sogno proibito di essere i migliori con rispettivi onori e oneri.
 
Chi invece occupa l’ultimo posizione, non deve curarsi di nulla perchè nessuno scalpita per prendere il suo posto.
 
Se ci pensate può rispondere anche ad un bisogno di tranquillità…se non conto niente non devo neanche sentirmi continuamente in ansia per difendere il mio status, tuttavia non vivrò neanche a livelli soddisfacenti in altri ambiti.
 
Le persone che sono nel ‘mezzo’ sono le più in affanno di tutte perchè da un lato cercano di salire ancora più in alto, dall’altro tentano di non essere superate da quelle più in basso.
 
Signore e signori, avete appena fatto la conoscenza del mondo competitivo e territoriale del regno animale.
 
Abbiamo detto che essere al primo posto è uno stress, ma anche sapere di essere ultimi è un grosso trauma.
 
Per questo diverse persone, a causa della paura di riscoprirsi appartenenti ad un rango sociale molto basso, hanno paura di confrontarsi con gli altri.
 
Temono di rendersi conto di occupare una posizione non molto lusinghiera con conseguenze nefaste sulla propria autostima.
 
Proprio per evitare questo shock, le suddette cercano di evitare i confronti diretti coi concorrenti.
 
Vi immaginate un pugile che continua ad allenarsi ma che poi rifiuta sistematicamente ogni sfida che gli viene lanciata?
 
Non solo non salirà nella classifica, ma addirittura non potrà neppure essere identificato in un punto qualunque della stessa…e magari continuerà ad allenarsi.
 
Poichè queste persone hanno molta paura degli insuccessi e di venir catalogati agli ultimi posti, tenderanno a perfezionarsi in continuazione, forse lavoreranno più sodo di chiunque altro.
 
Il problema è che non si metteranno mai realmente alla prova.
 
L’aspetto interessante è che nella maggior parte dei casi, costoro non hanno un riferimento di chi siano nel gruppo allargato (società), mentre in realtà hanno raggiunto un livello di talento, valore e preparazione tali da surclassare moltissime persone ben più quotate nel sociale.
 
Naturalmente questo livello è dovuto a lavoro intensivo e non a casualità o fortuna.
 
Per questo una cosa che invito a fare alle persone che hanno paura di ‘emergere’ e che tendono a sottovalutare le proprie doti, è di andare anche semplicemente a ‘vedere’ cosa sanno fare i propri colleghi.
 
Ogni volta che viene da me un ‘professionista’ che teme di non essere all’altezza, in realtà dimentica che tutti vivono il medesimo problema.
 
Tutti hanno dovuto fare un percorso di crescita per acquisire le loro doti e soprattutto ciò ha richiesto tempo, tentativi, spesso molti errori e correzione degli stessi.
 
Non è il problema di quanto si è sbagliato, perchè tutti quando abbiamo iniziato a camminare siamo caduti e inciampati, ma poi ci siamo sempre rialzati.
 
Il punto è se da ogni passo falso siamo riusciti ad ottenere una consapevolezza maggiore per portare a termine la nostra ‘ricetta’ personale.
 
Chi fa il cuoco sa che se le prime 5-6 volte che cucina un nuovo piatto, non sarà granché, tuttavia le volte successive al momento in cui avrà padroneggiato la ricetta, il piatto sarà sempre superlativo.
 
In altre parole in ogni lavoro, e in ogni attività, quello che abbiamo bisogno di fare è acquisire la nostra ricetta. Anche se comporterà alcuni fallimenti, una volta acquisita ci permetterà di realizzare il nostro lavoro sempre in maniera eccellente per tutte le volte successive.
 
Vale la pena sbagliare 10 volte per poi fare sempre bene 1000 volte?
 
Personalmente, a me è capitata la medesima situazione.
Diverso tempo fa credevo di non avere una sufficiente preparazione professionale, nonostante fossero parecchi anni che studiavo e frequentavo corsi di crescita personale.
 
Avevo parecchi seminari alle spalle, letto centinaia di libri, ore e ore di esperienze giornaliere con persone reali, ma non mi sentivo ancora all’altezza.
 
Perchè?
 
Semplicemente perchè non avevo nessun riferimento reale di cosa dovesse saper fare un professionista.
 
Frequentando un seminario di qualcuno ‘mooolto’ più quotato dei miei stessi maestri notai una cosa davvero incredibile.
 
Non solo i miei precedenti istruttori erano incommensurabilmente più preparati del suddetto relatore, più intensi e più rapidi nell’ottenere risultati, ma erano persino più economici, molto più economici.
 
Questa fu la prima parte del ‘confronto’ che mi permise di cambiare le credenze sulla mia immagine personale, su chi ero e da dove provenivo.
 
Infine la seconda scoperta fu che, anche io ero più preparato del relatore in questione, non importa quale fosse il suo curriculum di primo piano, avevo compreso che ciò non contava nella pratica.
 
Dunque tornai dal seminario (uno dei più cari mai fatto) con una comprensione che valeva 10 volte quello che avevo speso, che io avevo valore, un immenso valore.
 
E negli anni successivi fu sempre la stessa cosa, ogni volta che frequento un seminario di determinati esperti torno a casa con sempre più autostima e consapevolezza di chi sono, perchè mi rendo conto che ‘preparazione/efficacia’ e ‘marketing’ non sono la stessa cosa, anche se le due cose devono essere bilanciate.
 
Non importa quale sia il nostro livello ‘attuale’, perchè rimane appunto un livello temporaneo, noi siamo in grado di salire la scala gerarchica continuamente.
 
Quello che conta è avere riferimenti chiave per comprendere chi siamo e chi sono gli altri, altrimenti saremo pressati dallo stress generato dai nostri dubbi.
 
Ma sapere di essere gli ultimi è comunque più utile e costruttivo per il nostro futuro che venire logorati dalla paura e dall’incertezza di quale sia il nostro posto.
 
Buon lavoro.
 
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Questo argomento viene trattato nel corso “Imparare ad Amare Se Stessi”
 
 

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