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Come Evitare le Violenze Psicologiche – Attacchi Verbali e Traduzioni Sbagliate

Per violenze psicologiche si intende un insieme di azioni e circostanze che la persona subisce, in cui l’aggressione non è ‘fisica’, ma può essere veicolata indirettamente da frasi, accostamenti, paragoni e altro ancora.

La violenza psicologica può essere anche ‘silenziosa’, a volte si subisce il silenzio di qualcuno che per noi è vissuto come persona di riferimento e temiamo di perdere.

Altre volte può essere un insieme di minacce che si attivano nella nostra mente a seguito di una serie di deduzioni logiche.

Ad esempio, un classico è il genitore arrabbiato che dice al bambino “Non sei più mio figlio!”

Questa frase equivale ad una vera e propria sentenza di morte per un bambino, perchè suppone un esclusione dal gruppo e quindi la frustrazione di un bisogno fondamentale: l’appartenenza.

Senza appartenenza si è morti!

Potete capire facilmente che una frase del genere è una vera e propria violenza per un figlio piccolo, magari ancora più letale di uno schiaffo dato con forza.

L’aspetto interessante delle violenze psicologiche è che hanno almeno 2 importanti vantaggi:

1) spesso sono invisibili, cioè passano inosservate a chi non è molto coinvolto dalla situazione.

Questo consente a chi esercita la violenza di avere campo libero socialmente, perchè una violenza psicologica è difficilmente interpretabile nel singolo gesto. E’ l’insieme delle varie azioni a dare significato e completezza alla campagna denigratoria.

Ad esempio, se voi vedete un amico che in pubblico dice alla fidanzata:”Che peccato, quest’anno penso proprio che non potrò andare al mare.”

Potreste anche pensare ad una frase innocua. Oppure, potrebbe essere che la fidanzata non sia in grado di spostarsi per gravi problemi di famiglia sorti nell’ultimo periodo: mancanza di denaro, un malato terminale in casa o altro ancora e che sia quindi ritenuta responsabile della mancata vacanza del suo ragazzo.

La stessa frase non ha più lo stesso senso per noi osservatori o per chi ne è stato oggetto indirettamente. Nel suo insieme ha un significato accusatorio e di violenza psicologica per l’altra persona che viene indotta a sentirsi in colpa per il fatto di non riuscire ad accontentare tutti (famiglia – partner).

2) il secondo vantaggio è che le violenze psicologiche consentono anche ai ‘deboli’ di dominare sui più forti fisicamente.

In natura il problema non si pone, chi è forte comanda.
Ma nell’uomo c’è anche un aspetto di accettazione sociale, per cui alcuni comportamenti sono considerati a modo ed altri meno.

Se una persona non è nel diritto di ottenere ciò che desidera e non ne ha neanche la forza, può usare lo strumento della violenza psicologica per ottenere soddisfazione ugualmente dal suo ambiente sociale.

Per questo le vittime di violenza psicologica possono arrivare alla seguente presa di coscienza:

siete voi i più forti, altrimenti gli altri non avrebbero bisogno di manipolarvi.

Tuttavia, quello che mi preme di chiarire in questo momento è il fatto che la violenza psicologica è veicolata da dei messaggi attraverso una comunicazione.

Il problema è che la comunicazione viene presa per buona il più letteralmente possibile da chi subisce le violenze.

La realtà dei fatti è che chi vi comunica qualcosa ‘letteralmente’ non sempre sta dicendo la verità e non sempre come obiettivo ultimo cerca di trasmettervi quello che le parole dicono.

Dovete dunque considerare che la comunicazione di tipo manipolativo, si serve dei canali sensoriali per trasmettervi un significato più subdolo attraverso le parole o il linguaggio del corpo.

Ad esempio, se qualcuno vi dice una frase che sottointende la vostra inferiorità o colpevolezza per qualcosa. Questo è il messaggio vero.

Sebbene le parole possano essere apparentemente gentili, il tono di voce o la postura del corpo potrebbero mettervi nelle condizioni di provare un forte disagio o di sentirvi male con voi stessi.

Ma ancora non siamo arrivati dove vi volevo portare.
La domanda che dobbiamo porci è: a che cosa serve questa comunicazione subdola agli altri?

Serve ad ottenere da noi quello che desiderano facendo leva sui nostri punti deboli personali.

In altre parole la violenza psicologica si articola su 3 livelli:

1) Comunicazione di un messaggio esplicito(palese), di solito neutro o apparentemente positivo.

2) Ricezione di un messaggio implicito(subdolo), cioè quello che il contesto e il tono del messaggio letterale vuole comunicare realmente.

3) Apertura di una nostra ferita personale che ci rende vulnerabili alle future manipolazioni.

In altre parole, quando qualcuno riesce a centrare il nostro punto debole, sarà come un coltello che cerca di lacerarci le carni e il dolore comincerà ad essere insopportabile. Nella pratica è come quando voi cominciate improvvisamente a sentirvi molto male con voi stessi e cominciate ad esperire delle paure profonde:

-paura di essere abbandonato,
-paura del rifiuto,
-paura di aver commesso qualcosa di irreparabile,
-sensi di colpa, ecc…

Ogni volta che provate queste sensazioni non desidererete altro che estinguerle, e per farlo sarete disposti a fare qualunque cosa.

Ecco che all’improvviso, chi vi ha fatto violenza arriverà con una richiesta che voi potrete esaudire pur di riparare al presunto torto che avete fatto.

Quindi lo scopo è indurre un senso di colpa in voi in modo da strumentalizzarvi.

Ma la cosa bella è che non siete quasi mai colpevoli e tutto è frutto di una sceneggiata ben orchestrata.
Il problema è che se siete vittima di questi trucchi, non avete ancora la consapevolezza necessaria per valutare da soli le vostre azioni da un punto di vista etico.

Per questo parlo di ‘Traduzioni’, non è solo dal latino o dal greco che è necessario farle visto che siamo in aria di esami di maturità.

Le traduzioni più difficili sono quelle delle intenzioni altrui in base alle azioni compiute.

Dovete riuscire a leggere le reali intenzioni di chi avete davanti in base ad una serie conclamata di casi ripetuti in cui ogni singola comunicazione vuole andare a parare sempre nello stesso punto.

Esempi di traduzioni:
una persona della vostra cerchia parla spesso male di voi, del vostro lavoro, dell’auto nuova, del partner che avete iniziato a frequentare ecc.

Tuttavia lo fa solo in concomitanza di qualche vostro successo. Che tradotto significa “Ti invidio perchè tu hai tutte le cose che io avrei voluto avere e non ne sono stato capace”

Tradotto ulteriormente vuol dire anche “Ti stimo e ti ammiro molto ma non riesco ad ammetterlo perchè la cosa mi farebbe soffrire.”

Dunque in sostanza il messaggio che riceverete ogni volta sarà: accuse, insulti=ti ammiro.

E quindi vi sentirete ancora male per questo?
No!

Anzi, ogni attacco vi farà sentire sempre meglio perchè è un iniezione di autostima.

Nel caso di persone svalutate, il classico è quello di avere dei partner che dicano frasi del tipo:” Voglio vedere io che cosa faresti tu senza di me, non ti vuole nessuno…”

Il messaggio che passa è “Senza di me tu saresti morta, e non ti vuole nessuno…a parte me, quindi ti conviene continuare a strisciare ai miei piedi.”

Salvo che queste frasi le si riceve sempre nelle circostanze in cui il partner svalutato alzava la testa e iniziava a fortificarsi e rendersi ‘indipendente’.

Che accade?

Traduzione:
“Ho così paura di perderti che cerco di far leva sulla tua svalutazione, ma in realtà io sono messo peggio di te e io sarei morto senza di te e nessuno potrebbe mai volere seriamente una persona come me.”

In sintesi, ogni volta che ricevete i messaggi colpevolizzanti è segno che state facendo le cose giuste per voi, quindi ben venga. Una volta che avete identificato quali sono le azioni buone per voi stessi, intensificatele e vedrete che i miglioramenti non tarderanno a venire.

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