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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Che Cosa Vincola o Blocca Azioni Indesiderate – tre orientamenti nel rispetto sociale

Da che cosa dipende il nostro comportamento nei confronti degli altri?

Ci sono persone con attitudini differenti, di fronte alla stessa situazione si possono riscontrare scelte alternative.
Non tutti agiscono agevolando se stessi, e non tutti si bloccano di fronte ad una politica indecorosa nei confronti degli altri.

Da piccolo sentivo spesso “La nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri”

Peccato che ognuno si sia costruito una propria rappresentazione di tutto ciò, nessuno ha mai pensato di illustrare quali fossero i confini immaginari di questa libertà.


Gli orientamenti che ho riscontrato sono principalmente tre.

La differenza tra uno e l’altro è il grado di coinvolgimento morale e la maggior empatia che è possibile riscontrare in ciascun individuo.

Concetti come umiliazione, senso di colpa, responsabilità civica sono determinanti nella maturazione dell’essere umano e negli influssi che costui riceverà durante una scelta importante nella propria vita.

Proviamo a descrivere brevemente i singoli concetti:

a) Umiliazione – attiene al far provare a qualcuno un senso di inferiorità o vergogna.
E’ qualcosa che viene dall’esterno, normalmente infatti ci si sente umiliati e si prova vergogna nei confronti di altri.

La vergogna è in riferimento alla possibilità di essere visti, smascherati, presi in castagna, quando stiamo facendo qualcosa che non è approvato dal branco. Diversamente, non c’è nessun problema in noi e nella nostra condotta, se nessuno ci vede e ce lo fa pesare.

b) Senso di colpa – è la percezione di sentirsi in difetto o manchevoli in un dato comportamento, quando ci rendiamo conto di aver commesso un’azione che ritenevamo sbagliata. A differenza dell’umiliazione, questa viene dall’interno.

Siamo noi che ci sentiamo in colpa, non abbiamo bisogno di essere scoperti e non ha importanza se gli altri ci inducono a sentirci male con noi stessi, ciò può accadere solamente se siamo convinti di essere in torto.

c) Responsabilità civica – deriva dalla nostra consapevolezza di essere parte di un sistema, che non solo si prende cura di noi nella sua globalità, ma che sentiamo anche il dovere di difendere e rendere migliore.

In altre parole, la consapevolezza di aver ‘ricevuto’ da parte del nostro ambiente, ci spinge ad una sorta di spontanea restituzione del bene, in modo da far circolare benessere anche quando noi non ci saremo più.

Dal primo all’ultimo concetto, passiamo lungo una linea che ci guida da una condizione di totale immaturità egoistica, passando per una media empatia nei confronti degli altri, fino ad arrivare ad uno spiccato senso di ‘altruismo’.

Questi 3 concetti sono alla base dei rispettivi orientamenti sociali che possiamo riscontrare quotidianamente in ognuno di noi, a volte in maniera stabile, altre volta con delle rapide e momentanee oscillazioni da uno all’altro.

Vediamo in breve gli orientamenti:

1) Atteggiamento di Sopraffazione
In questo caso, la persona si comporta esattamente come desidera e secondo il suo comodo. Non si preoccupa degli altri, non è in grado di comprenderne il dolore o le difficoltà.

Se ci sono delle norme da seguire, sistematicamente le infrange, anche se pretende che gli altri le rispettino nei suoi confronti e si sente fortemente danneggiato da queste eventuali mancanze.

Poichè non rispetta le regole del branco, è qualcuno che agisce secondo il proprio egoismo e non si cura di nulla tranne dei pericoli calcolati.

Se rispetta una norma è solo perchè in quel momento è costretto a farlo, ma appena voltate lo sguardo trasgredirà senza pensarci due volte.

Non prova senso di colpa poichè è del tutto estraneo al concetto di benessere collettivo, tende a beneficiare se stesso anche se questo comporta la rovina di tutti gli altri, non è un problema per lui.

Essendo impossibilitato a riconoscere le sue implicazioni nel bene o nel male degli altri, la colpa è sostituita dalla ‘vergogna’ e dalla umiliazione nei momenti in cui viene scoperto.

L’unico mezzo di inibizione per lui è la tortura dell’accusa sociale da cui intravede il fantasma dell’esilio da casa sua.

Va da sè che queste persone possono associarsi solo con altre che hanno il conflitto opposto, cioè un’eccessivo senso del dovere e che sentono di non meritare nulla poichè cedono tutte le loro sostanze a questa tipologia di persona, che prospera sulle concessioni di gente ingenua che non ha il coraggio di far rispettare i propri diritti.

Avete presente quelle persone che si indebitano con tutti, per piccole somme di denaro e che prosperano perchè nessuno dei loro creditori perde tempo a fare denuncia?

Per queste persone non conta veramente nè la legge, nè le osservanze etiche interne. Tutto è concesso, fino a quando non ti fermano in modo convincente.

2) Atteggiamento di Giustizia
Da qui in poi la persona ha una cognizione di essere parte di un gruppo, che ognuno ha delle necessità, che tutti gioiscono e soffrono come lui.

Il suo vissuto di giustizia gli impone, razionalmente, di rispettare le norme in vigore perchè sa che anche gli altri si impegneranno a fare alltrettanto con lui.

I giusti confini attraverso i quali si possono definire le libertà personali ed altrui, sono sanciti dal codice di leggi che lo Stato predispone, a cui la persona giusta si attiene, sapendo che tutto ciò che non è in contrasto con queste leggi è ammissibile.

Non è una questione di umiliazione o vergogna, perchè se infrange le regole, anche senza che nessuno lo sappia, esiste sempre un testimone ben presente che è la sua coscienza.

La persona giusta non può pensare di trasgredire e passarla liscia, è lui stesso il vero giudice.

Tuttavia la legge che rispetta lo fa perchè così ci si è accordati con gli altri, ma non c’è un impegno maggiore di questo, non è una sua esigenza fare più di così.

Per queste persone la legge conta, ma è una legge ferma nel presente, senza un senso storico, è fine a se stessa, tuttavia viene percepita come necessaria ed accettata in virtù della consapevolezza del bene comune.

3) Atteggiamento Etico/Spirituale
Notate che parlo di atteggiamento, non significa che sia prerogativa esclusivamente di chi ha un abito sacerdotale, allo stesso modo ci sono più santi fuori dalle chiese che dentro molto spesso.

La differenza nelle persone di questa categoria è che hanno sia la cognizione del proprio gruppo, sia la cognizione del tempo in cui il gruppo vive.

Chi non rispetta le regole, non si cura delle sofferenze altrui, non è empatico e se ne frega; chi è giusto ha un senso di risonanza con le emozioni del proprio vicino e ne rispetta i confini secondo la legge.

La persona spirituale, fa altrettanto ma si rende anche conto che la legge è sempre un compromesso, è il minimo indispensabile.

Per ogni legge che mira a portare civilizzazione nel popolo, ci sarà sempre un nutrito gruppo di oppositori che non vorranno caricarsi di ulteriori fatiche, anche se le generazioni future ringrazieranno per quello sforzo iniziale.

La persona Spirituale invece, sa che la legge di oggi è un confine di buon senso per mettere d’accordo la maggioranza e tutelarsi dalle sopraffazioni, ma senza calcare troppo la mano sui giusti.

Chi vive nell’atteggiamento etico pensa sempre al futuro.

Per esempio, oggi esiste la raccolta differenziata in molti paesi d’Italia, ma 10 anni fa non era affatto così ed esistevano solamente i cassonetti pubblici di carta, vetro, plastica. Tuttavia per legge nessuno era obbligato ad utilizzarlo.

E chi lo faceva allora?
Solo le persone etiche/spirituali, perchè si ‘sacrificavano’ per dare il buon esempio che in futuro avrebbe trasformato in legge quel comportamento.

Ora fare la raccolta differenziata è diventata una cosa normale anche per la categoria dei Giusti, mentre alcuni continuano a non farla poichè hanno scoperto nuovi modi per non farsi scoprire e quindi dimostrano di fregarsene anche delle esigenze del pianeta.

Non è un caso che tutte le religioni rivelate siano arrivate proponendo leggi morali malviste e per questo siano state perseguitate nei primi tempi, poi le leggi sono diventate patrimonio comune e ora sono diritti dell’uomo irrinunciabili.

Ora, quando conoscerete qualcuno sarà molto facile inquadrarlo e saprete anche che cosa gli gira per la testa e quanto potete fidarvi di lui.


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