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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Uscire dagli automatismi della mente.


Freud diceva che con la scoperta dell’inconscio non siamo più padroni neanche in casa nostra.

In effetti la sensazione è più o meno questa, quando ti accorgi che la tua mente razionale è solo la punta dell’iceberg e che il nostro controllo nei confronti degli eventi è abbastanza limitato. Siamo dominati dagli ‘automatismi’.

Che vuol dire?Semplicemente che la ragione è soltanto una delle funzioni del nostro cervello, ma non è l’unica e neanche la più importante. Sarebbe corretto definire la ragione come un ‘esecutore’, ma la parte che comanda davvero se ne sta ben nascosta ed è il nostro cervello biologico, o inconscio.

Il nostro cervello si occupa di milioni di cose, sia quando siamo svegli che quando dormiamo; ma la ragione non impiega tutto il cervello, è il risultato di un sottile strato che è la corteccia cerebrale, la quale occupa circa uno spessore di 4 mm.

Esistono tutta una serie di altri processi, di valutazione della realtà e decisioni che si svolgono senza che noi ne siamo al corrente ma sono fondamentali perchè decidono della nostra vita.
Se escludiamo le funzioni organiche e tutti i processi metabolici, possiamo dire che tutto quello che ci capita è frutto di programmi inconsapevoli.

I programmi inconsci, sono dei veri e propri software cerebrali. Una volta attivati, partono e non si fermano più, a meno che qualcuno non li fermi e sostituisca con altri differenti.

Questi programmi biologici sono di tutti i tipi e hanno sempre una funzione ‘sensata’ per la sopravvivenza, sono delle risposte automatiche a degli stimoli specifici che vengono immagazzinati nel nostro mesencefalo a seguito di esperienze traumatiche.

Immaginate di guidare la vostra auto, siete in un rettilineo e ad un tratto vi distraete vedendo un incidente sulla carreggiata opposta (questo è un classico), di colpo vi accorgete che state per tamponare la macchina davanti a voi e di scatto pestate forte sul freno e riuscite ad inchiodare.

In breve: stimolo pericolo/auto—>gt; choc—>gt; risposta di sopravvivenza/frenata
Questo se vissuto come un trauma, inaspettato, drammatico, provocherà una forte emozione conflittuale che verrà registrata nella vostra testa. E’ probabile che nei giorni successivi, ogni volta che qualcuno davanti a voi rallenterà, causerà in voi l’immediato istinto di frenare bruscamente e questo fino a quando non vi sentirete di nuovo al sicuro e guidatori provetti,

Questo è un esempio di automatismo, ma può essere temporaneo perchè non è detto il trauma sia così forte; ci sono casi più gravi in cui una persona si rifiuta di guidare per anni e così via. Il fatto di non guidare è una risposta condizionata dal trauma che ha causato il blocco dell’emozione provata nell’istante precedente lo choc.
Ogni volta che una situazione traumatica congela un’emozione precisa, contemporaneamente avremo anche l’attivazione di un programma comportamentale sensato per la sopravvivenza ed automatico.

Se per il nostro cervello ‘biologico’ (cioè quello non cosciente) guidare=pericolo=morte, ogni volta che ci avvicineremo al posto di guida staremo malissimo, magari senza saperne il motivo, alcuni non associano l’esperienza al sentimento, altri hanno proprio la rimozione dell’episodio; tuttavia faremo di tutto per evitare di salire a bordo, perchè la nostra coscienza è in black out ma non la nostra mente inconscia.

La cosa più interessante è che un trauma ‘attivo’ blocca anche l’emozione vissuta durante quell’esperienza e se non riusciamo a sbloccarla abbiamo diversi effetti collaterali:

1) un comportamento che limita le nostre possibilità e ci impone scelte obbligate in talune situazioni.
2) la perdita di un certo tipo di emozione fino a data da stabilirsi (immaginate di non avere più paura, compassione, desiderio ecc).
3) in casi più gravi persino somatizzazione e malattie corrispondenti all’emozione bloccata.

Tutto quello che viene rimosso dalla mente cosciente, ritorna come destino.
La coazione a ripetere è esattamente questo: un evento traumatico che viene rimosso dalla memoria, ma che viene agito tramite le nostre azioni.
Un qualcosa che viene nascosto alla coscienza, resta ben vivo nel nostro inconscio e si manifesterà finchè non trova pace.

Esempi possono essere incidenti ricorrenti o secondo il medesimo copione; situazioni e strutture di vita ripetitive: gente che si fa sempre abbandonare o imbrogliare; altri che incorrono in fallimenti finanziari secondo procedure distinte ecc. Tutto avverrà in un modo che abbiamo già vissuto e dimenticato.
Non sono esperienze volontarie, ma sono guidate dal nostro inconscio, quindi inevitabili per certi versi perchè non possiamo scappare da noi stessi.

La soluzione è identificare queste strutture conflittuali, perchè se lo facciamo cominceremo a prendere confidenza con esse e diventerà più semplice riconoscerle in anticipo in modo da bloccarne gli effetti negativi.
Per farlo, oltre ad un impegno costante e un grande spirito di osservazione, occorre rivivere l’emozione che si prova nel momento clou di queste ripetizioni.

Una volta rievocata l’emozione nascosta, questa ci passerà attraverso e rivivremo lo stesso trauma che ci ha bloccati; il percorso è il medesimo, sia per bloccarsi che per sbloccarsi.
A seguito di questo sblocco, l’emozione tornata cosciente annullerà l’automatismo e le ripetizioni sgradite.

In realtà la coazione a ripetere è un sistema di difesa automatico. Il problema è che le risposte automatiche sono utili in casi estremi, come quando si tocca uno spillo o si mette la mano sulla superificie di un oggetto rovente, cioè quando non abbiamo tempo di riflettere; ma nelle situazioni in cui ci troviamo oggi nel mondo civilizzato, nel 99% dei casi queste risposte sono diventate inadatte e dannose.

Vedremo prossimamente come questi fenomeni derivino da vecchie storie della nostra famiglia e loro antenati.

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