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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Sopportazione massima…non abusarne.

Quanto si può tollerare uno stato di tensione?

A livello teorico, il massimo grado di benessere psico-fisico potrebbe essere rappresentato da un livello di stress zero. Ma questo non è umanamente possibile, c’è sempre qualcosina che non va, che ci impensierisce, un ultimo lavoro da fare, una discussione da chiudere ecc.

Tutto ciò mette alla prova la nostra capacità come le gocce d’acqua in un contenitore.
Il famoso detto “Questa è la goccia che fa traboccare il vaso” è davvero azzeccato.

La nostra parte psichica è come un recipiente, la tensione da stress è come l’acqua.



Il limite massimoQuesto vaso ha una capacità massima di sopportazione, cioè è in grado di far fronte ad un numero limitato, per quanto grande, di pensieri conflittuali e difficoltà o imprevisti. Ogni volta che qualcosa rimane in sospeso, corrisponde ad una preoccupazione ovvero ad uno stress, e questo vaso si riempie in maniera corrispondente.

Diciamo che il vaso contiene un totale di 100 litri di stress: se giornalmente ne accumulo 10 ma ne scarico altrettanti, il saldo finale risulterà invariato e possiamo dire con orgoglio di essere perfettamente in grado di gestire le nostre situazioni lavorative, finanziarie, sociali, relazionali e così via.

Magari i nostri impegni sono costituiti dal fare la spesa, andare in ufficio, affrontare i colleghi, trascorrere il tempo con la famiglia e i figli. Tutta routine, però tutte cose a cui siamo abituati e non c’è grande sorpresa nè difficoltà a trovare delle soluzioni.

Esistono delle varianti, perchè il nostro contenitore può essere in parte occupato da vecchie tensioni del passato, che per quanto silenziose riducono lo spazio disponibile per le nuove situazioni.

Immaginate che quando avevate 6 anni, passando per strada, il cane del vicino abbia improvvisamente iniziato ad abbaiarvi contro. Piccola esperienza traumatizzante, da quel momento in poi registrate lo choc e avete sempre paura dei cani, tanto da cambiare percorso ogni volta che da lontano ne incrociate uno.

Diciamo che questo choc per voi valesse 20 litri, significa che adesso voi viaggiate con una barile da 100 di cui 20 sempre occupati e 80 liberi.

Il numero è arbitrario ma considerate che tutte le vostre tensioni in sospeso occupano indeterminatamente il vostro contenitore salva tensione. Quindi immaginate che quei 20 litri perenni siano cose del tipo: paura del cane; paura dell’abbandono; paura della crisi; fastidio per una certa persona; amaro in bocca per una vecchia ingiustizia. Tutte cose mai risolte e dimenticate, dalla vostra coscienza, ma che in realtà tenevano occupata questa parte di voi che tramite un consumo di energia vi teneva la mente tranquilla e pulita. Magari un giorno sono 21 litri, un altro siete particolarmente rilassati per una lieta notizia e diventano 19.

Il limite di sicurezza
E’ il punto in cui la lancetta segnala un livello di pericolo serio, se voi state per esaurire le pile o la benzina, la spia rossa si accende per tempo, non attende di lasciarvi a secco. Anche l’organismo vi manda dei segnali per indicare che dovete darvi una mossa, perchè raggiungere ed oltrepassare il vostro limite massimo vuol dire tensione eccessiva, cioè morte. Pensate a quelle scene dei film in cui il personaggio muore fulminato dalla paura ad esempio.

Il limite di sicurezza è il punto in cui scatta un allarme per prevenirvi dall’oltrepassare il punto critico.
La spia può essere costituita da una malattia fisica o anomalia comportamentale, perchè fino a quel momento la vostra preoccupazione veniva gestita dalla mente. Si passa dalla semplice preoccupazione, alle ossessioni.

Riempimento graduale del vaso
Tornando all’esempio precedente: immaginate di caricarvi ogni giorno di 10 litri, tra consegne, impegni serali, traffico. Però riuscite a scaricarvi soltanto di 9, perchè tutto sommato sul lavoro non avete digerito qualcosa coi colleghi; in strada un automobilista vi ha sorpassato malamente; la sera avete mangiato male. Così il vostro vaso si è riempito di 1 litro, e così ogni giorno.
Supponiamo che il limite di sicurezza sia 80, dopo 2 mesi circa di questa vita vi saltano i nervi.

E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Magari una persona vi passa solamente davanti non rispettando la fila, ma voi siete già così carichi che andate su tutte le furie. Chiaramente la causa non è la persona maldestra ma quello che avete passato in precedenza. Apparentemente tutte le piccole cose che vi hanno disturbato si saranno riattivate, ma solo perchè il vostro sistema non è più in grado di gestirle, o meglio non è più capace di chiudere un occhio.

Le conseguenze saranno dei comportamenti adeguati a farvi riportare l’ordine e abbassare lo stress.
Qualcuno direbbe che siete ‘impazziti’, di fatti è così. La differenza tra chi è in un ospedale psichiatrico e chi ha questi scatti di nervi è la durata del fenomeno, che è sempre sensato per la sopravvivenza e si estingue non appena il problema del momento non viene risolto praticamente.

Ad esempio chi perde un territorio, magari un collega che vi frega il cliente in maniera disonesta, potrebbe causare in voi per un brevissimo istante un comportamento ‘violento’ allo scopo di aggredire il vostro collega e riprendervi ciò che era vostro. E’ perfettamente sensato in natura, ma è diventato incomprensibile agli occhi dell’uomo civilizzato, provate a pensarci però.

Riempimento istantaneo
E’ sempre il caso in cui si oltrepassa i limiti di sicurezza. La differenza è che stavolta li si supera a causa di un grosso evento conflittuale, vissuto in isolamento (i neuroni si isolano e non sapete più che cosa è successo), in contropiede (non me l’aspettavo assolutamente), drammatico (mette a rischio la mia sopravvivenza) e a cui non avete una soluzione valida (cosa faccio? non lo so proprio).

Un evento simile che chiameremo DHS, è l’istante choc colpevole dell’insorgere di malattie fisiche come risposta di sopravvivenza, in quanto scaricando la tensione sul fisico vi tiene libera la mente da ossessioni di pericoli a cui non sapete far fronte e vi permette di continuare a condurre una vita normale.

Due modi di agire
Il metodo classico è meno valido, consiste nell’indurre la persona ad alzare il suo livello di sopportazione. In questo modo sarà sempre mediamente più stressato della media, ma questo non significa aver sistemato il problema. Sarebbe come a dire che si rendono più insicure le norme di sicurezza. Come se prima la soglia di tossicità fosse settata a 10% e ora venisse alzata a 20%.

Gli effetti sono evidenti in quelle persone che tendono ad essere molto schizzate in qualsiasi momento della giornata, anche se apparentemente non succede nulla di particolare.
L’effetto più problematico è che dal limite di sicurezza e quello massimo c’è ora molto meno spazio per intervenire e ridurre il livello.

Il secondo metodo consiste nell’abbassare il livello di tensione nel contenitore, di drenare, di smettere di caricare ulteriormente ed aiutare a svuotare più velocemente.
Non è un procedimento banale.
Come al solito dipende dai conflitti, se non si individua ciò che riempie il vaso non si può evitare che continui, inoltre non si può svuotare senza metodi terapeutici accurati.
Seguendo gli articoli del blog, un po’ alla volta troverete ulteriori mezzi per farlo.

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