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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Reale o simbolico, che differenza c’è?

Il cervello è come un importante uomo d’affari, il quale essendo estremamente occupato non è in grado di essere al corrente di tutto ciò che accade fuori dalle mura del suo ufficio.

Pertanto si avvale di diversi collaboratori fidati, che hanno il compito di tenerlo aggiornato.
Questi servitori sono i 5 sensi, che fanno da collante tra il mondo esterno e quello interiore.

Ciò significa che il cervello non è assolutamente in grado di valutare quello che accade se non fidandosi delle percezioni.


Tuttavia il sistema di riferimento per valutare la situazione in cui ci si trova, non è univoco; esistono molte situazioni in cui per convenzione abbiamo compreso a che livello stiamo vivendo.

Alcune persone finiscono per perdere questa cognizione, al punto da fondere mondi diversi in maniera patologica. Ci sono attori che mescolano la loro vita a quella dei film che stanno girando fino ad impazzire; maniaci dei videogiochi online si scollegano dal mondo reale per proiettarsi in quello virtuale composto da maghie ed elfi, con un tale distacco dalla realtà da provocarsi crisi epilettiche ed altri traumi.

Ad un livello non patologico, esistono altre circostanze più naturali in cui noi spostiamo la nostra coscienza da un piano ad un altro.

Per fare un esempio, immaginiamo di guidare la nostra auto: il nostro cervello comanda i nostri arti i quali a loro volta premono dei pulsanti o maneggiano volante e pedali che di conseguenza invieranno impulsi all’automobile guidandola. Lo stesso accade quando siete a cavallo o in moto o su altri mezzi di trasporto.

A quel punto qual è il corpo?
Praticamente potremmo dire che il nostro fisico è sempre il nostro corpo, ma simbolicamente è come se l’automobile diventasse il nostro corpo e noi il cervello dell’auto.

Ci siamo?

Il cervello riceve gli stimoli esterni ma per ragionare utilizza i simboli.
Se voi siete il braccio destro del vostro capo, non significa certo che siete realmente un arto di quella persona, simbolicamente siete semplicemente un aiutante insostituibile per lui. Eppure da un punto di vista pratico state dicendo un’idiozia colossale, ma per il vostro cervello il tutto mantiene un senso traslato.

Se prendete la cartina geografica alla stazione di servizio durante una pausa in autostrada, vostro figlio dirà “Ecco l’Italia”. Simbolicamente è corretto, eppure quella sul foglio di carta non è l’Italia, piuttosto una sua rappresentazione. La mattina quando guardate lo specchio, vedete una vostra immagine; nonostante questo per il cervello da un punto di vista simbolico siete davvero voi, non c’è alcuna differenza in questo.

Perchè ho elencato queste situazioni tipiche? A parte il fatto che sono situazioni che tutti conosciamo bene, mi serviva per introdurre il concetto per cui la nostra parte razionale a volte si distingue da quella più antica e animale del nostro cervello. Quest’ultima è tarata per uno stile di vita 100% pratico, non è assolutamente filosofica.

L’animale si differenzia dall’uomo perchè il primo concepisce solo il piano della realtà. Per un cane, se non c’è da mangiare vuol dire che non c’è da mangiare e basta, si preoccupa solamente nel caso in cui il cibo dovesse mancare veramente. L’uomo invece è in grado di associare questi stessi problemi in forme simboliche, per cui se perde il lavoro, da un punto di vista metaforico vuol dire che rischia la fame, anche se questo non è vero in diversi paesi del mondo (ma un tempo poteva essere davvero così).

La verità è che il cervello si esprime con i simboli e la nostra ragione li elabora rendendoli conformi alla vita pratica che stiamo vivendo. Questo ci permette di acquisire dei vantaggi e degli svantaggi.

I pro sono che attraverso il linguaggio simbolico siamo in grado di sintetizzare concetti molto più complessi in pochi secondi e in pochi passaggi. Basta pensare al linguaggio, è composto da parole sempre più complicate che a loro volta racchiudono concetti molto più estesi.

Ad esempio quando andate al bar e dite :”Vorrei un toast”
Vuol dire che volete un alimento composto da due fette di pane abbrustolito, al cui interno c’è una fetta di formaggio ed una di prosciutto, il tutto con una parola sola. Questo è il linguaggio simbolico.

In matematica e fisica avviene altrettanto, quando si utilizzano formule e teoremi che poggiano le loro basi su altre formule più semplici o postulati. Applicando simboli adeguati siamo riusciti a costituire un linguaggio che ci permette di comunicare in maniera sempre più specifica coi nostri simili.

I contro, risiedono nell’associare simbolicamente conseguenze negative ad eventi del tutto neutri.
La mente lavora molto di proiezioni e spesso si perde nel pianificare scenari apocalittici ‘immaginari’, cioè che non si realizzeranno mai, quindi non vive più nel reale ma nell’immaginario, nel virtuale.

Talvolta un simbolo ‘sfavorevole’ può far scattare inconsciamente una paura recondita.

Interessante a tal proposito, gente che si trova in difficoltà solamente quando lavora a contatto con persone il cui nome è lo stesso di un parente o conoscente con cui non sono mai andati d’accordo.
Magari costui si chiamava Vittorio, e nell’infanzia Vittorio era anche il nome di un loro compagno dell’asilo che li malmenava perchè era più grosso di loro.

Risultato: il cervello appena sente il nome ‘Vittorio’ va in tilt, ennesima risposta automatica, come se si trovasse di fronte ad un camion in procinto di schiacciarli.
Perchè per il cervello biologico un nome è soltanto un nome, come sulle cartelle del pc, non possono esserci due file con la stessa denominazione, altrimenti sono lo stesso file.

Qualsiasi elemento che rievochi una brutta esperienza per la persona anche simbolicamente, può far scattare vecchie paure e stati di stress.
Se ad esempio siete stati derubati in casa, davanti ad una moto ‘Bandit’ potreste sentirvi poco sicuri e sudare freddo, in maniera del tutto inconscia, ma simbolicamente il cervello sta rivivendo un episodio passato drammatico.


Esiste anche un sistema terapeutico per utilizzare i simboli come fonte di guarigione sia da esperienze della vostra vita, sia per qualcosa accaduto nelle generazioni precedenti e che vi portate dietro.

Fate in modo di circondarvi di tutti quegli oggetti, scritte, numeri, nomi, elementi, luoghi, che in qualche modo rispondono a delle soluzioni per i vostri problemi.
Bisogna che almeno quando siete a casa vostra, il vostro cervello simbolico possa essere stimolato da elementi tranquillizzanti per voi.

Come trovarli?
Basta che pensate a tutte le cose che vi piacerebbe avere. Sono quasi sempre oggetti totalmente inutili che però corrispondono simbolicamente a soluzioni per voi stessi. Scommetto che in casa ne siete pieni.
Così come un simbolo può rievocare qualcosa di brutto, potete rivoltare il gioco a vostro vantaggio andando a rintracciare la formula inversa.

Se come abbiamo visto prima, ‘Bandit’ può essere un conflitto, compratevi degli occhiali ‘Police’, il cervello si sentirà rassicurato da questo simbolo garante dell’ordine e della protezione.
Avete paura dell’acqua o di annegare? Cospargetevi di tanto in tanto ambra nera, che è una sostanza che galleggia sull’acqua salata.

Vi manca il contatto sul vostro corpo? Indossate indumenti di pelle; sarà come se foste continuamente toccati.
Sentite un senso di colpa verso qualcuno per un debito di gratitudine che non sapete come estinguere? Prendete una busta, metteteci 5 euro, scriveteci “A saldo del mio debito” e speditegliela.

Per il vostro cervello questi artifici svolgeranno una funzione riequilibrante, come se il problema fosse davvero ridimensionato o risolto, con conseguente calo del vostro stress giornaliero.

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