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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Le valutazioni dipendono dalla loro complessità

Se la realtà è una, come mai ci sono così tanti punti di vista differenti?

L’essere umano ha la tendenza a costruirsi una propria opinione su ogni cosa; per farlo occorrono certamente esperienze e capacità di interpretazione.

Abbiamo già visto come le nostre convinzioni vengano filtrate dalle ‘emozioni’, tuttavia esiste un altro fattore importante che può far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra durante i nostri ragionamenti.

Sto parlando della complessità, cioè dalla nostra capacità di gestire più parametri alla volta.


La complessità si raggiunge con esercizio costante, stimolando nel cervello le aree corrispondenti a quel determinato compito.
Per farvi capire meglio cosa intendo, immaginate quando avete cominciato a guidare le prime volte.

Essendo un’attività completamente nuova, il vostro cervello non ha ancora le strutture mentali formate per compiere mansioni quali: mettere in moto, cambiare marcia, guardare lo specchietto, giocare sul freno e la frizione.

All’inizio guidare può essere così difficile che si fatica a tenere il controllo della vettura e contemporaneamente prestare attenzione anche alla strada.
Col tempo invece ci si prende la mano, e qualche mese dopo sapete pilotare un’auto, guardare la strada e parlare con un vostro amico seduto di fianco a voi.

Avete raggiunto una complessità maggiore.

La mente funziona in questo modo, di fronte ad una novità è pigra, ma esercitandosi finisce per sviluppare dei muscoli mentali che le consentono maggiore agilità di pensiero e raggiungere livelli di complessità superiori.

Su questo blog sto sintetizzando, giorno per giorno, diversi argomenti che mi hanno richiesto parecchi anni per essere imparati, acquisiti e padroneggiati.
Essendo concetti spesso in aperto contrasto con ciò che mi hanno insegnato a scuola o rispetto al senso comune, per me e molti come me è stato davvero faticoso studiarli all’inizio.

Tuttavia oggi ne sono entusiasta e sono contento di essermi sacrificato un po’. Questi elementi, che sto condividendo con voi lettori, sono strumenti di pensiero che mirano ad indagare una realtà diversa con concetti quali: memorie cellulari, conflitti ereditari, sincronicità e altro che vedremo.

Bruce Lipton, noto studioso di biologia e genoma umano, è solito dire che siamo in un epoca di transizione dal punto di vista scientifico.
In realtà siamo in pieno conflitto tra due correnti di pensiero, la fisica newtoniana da un lato e la meccanica quantistica dall’altra.

La cosa interessante è che dal punto di vista tecnologico siamo in piena evoluzione grazie ai principi quantistici: il vostro telefonino e tutte quelle diavolerie di onde elettromagnetiche, satelliti e computer, non potrebbero funzionare se restassimo fermi alle leggi della mela che cade dall’albero a causa della forza di gravità.

Eppure a livello di pensiero quotidiano siamo rimasti indietro: discutiamo ancora di tempo, ma è 80 anni che hanno scoperto che il tempo non esiste, è una nostra percezione. Pensiamo che esistano degli spazi vuoti, di separazione tra le molecole e tra le persone, mentre sappiamo che ciò non è vero, nulla è separato dal resto nell’universo. Crediamo alle coincidenze e al caso, mentre in fisica nulla è casuale per via del ‘principio di causa-effetto’…e così via.

In ogni articolo prendo in esame uno di questi aspetti separatamente, in realtà è una metodologia che sto utilizzando solo per sensibilizzare gradualmente il lettore; nel mio privato tendo ad utilizzarli tutti assieme contemporaneamente e mi auguro un giorno lo facciate anche voi.

Perchè come abbiamo sperimentato, il limite alla nostra comprensione non è più dovuto ai mezzi ma alle nostre convinzioni limitanti che si posano come un velo sui nostri occhi.

Siamo davvero in grado di eccellere nell’osservazione e valutazione dei fenomeni che descrivono la nostra realtà! Come i bambini crescono e diventano adulti, anche quando lo siamo già possiamo continuare ad espandere i nostri sensi.

L’esperimento della leva.
Conoscete tutti come funziona, è una specie di altalena; c’è un fulcro, due bracci e dei pesi.
Dei ricercatori osservarono che i bambini erano facilmente in grado di valutare il funzionamento di una leva in condizioni elementari.

Caso 1.
I bracci avevano la medesima lunghezza, a cambiare erano i pesi. I bambini sapevano che la leva pendeva per forza di cose dalla parte in cui il carico era più pesante.

Caso 2.
Pesi uguali e lunghezza del braccio differente. Anche qui essendoci un solo paramentro a variare, i bambini capivano che la leva pendeva dalla parte in cui il braccio era più lungo.

Caso 3, quello conflittuale.Le regole di funzionamento erano le stesse dei due casi precedenti, solo che i bambini non sapevano gestire le due variabili contemporaneamente. Se i pesi erano differenti e così anche la lunghezza del braccio, i bambini tiravano ad indovinare, in quanto per loro era troppo complicato calcolare dove venisse esercitata maggior forza.

Noi sappiamo che utilizzando semplici formule matematiche un qualunque studente di scuole medie saprebbe trovare la corretta soluzione al problema. Perchè la chiave di volta sta nell’imparare a tenere a mente più fattori variabili contemporaneamente.

Dunque, come possiamo pensare di valutare la realtà che ci riguarda se non affiniamo i nostri strumenti di indagine?

Cosa intendo nel pratico.
Per esempio se durante un corso una persona mi chiede un consulto su un episodio che gli è capitato, cerco di ricostruire la faccenda utilizzando tutti gli elementi a disposizione. Quindi vedrò se quell’evento è capitato ad un’età significativa per la persona; confronterò con chi in famiglia ha avuto esperienze in comune.

Considererò il senso di vita e verificherò se si accosta al senso della famiglia, controllando se esistono delle manifestazioni di sincronicità. Esplorerò l’albero genealogico, i nomi dei genitori e i significati conflittuali, in rapporto alla posizione che lui occupa nel branco come se stessimo parlando di etologia. Riprendo di nuovo tutta la situazione e cerco di comprendere se esistono delle coincidenze simboliche tra la storia che mi si racconta e la situazione generale della persona.

Infine individuo le eventuali dinamiche ricorrenti e ne scorgo i punti deboli e le contraddizioni. Arrivati a questo punto posso sintetizzare un compito specifico da assegnare, allo scopo di provocargli uno sblocco.

Ma questo non deve essere considerato un procedimento saltuario, è quello che si dovrebbe cominciare a fare quotidianamente. Vale come percorso di autoanalisi, perchè invero l’uomo si dovrebbe curare da solo nel 99% del tempo. Il terapeuta, in senso lato, è una figura di sostegno che ci aiuta a rimetterci in carreggiata solo in casi particolari.

La buona notizia è che siamo in grado di prenderci cura di noi molto più di quello che pensiamo solitamente.

In ogni periodo storico c’è un livello di comprensione medio, la sfida che lancio è di cominciare noi per primi a dare il massimo per elevare questo livello. Cioè portare evoluzione e proseguire nel ‘senso‘ della specie, che come abbiamo visto è anche ciò che porta più piacere e benessere all’individuo. In questo modo avremo, non solo avremo compiuto un percorso di crescita personale, ma essendo in compagnia avremo anche degli alleati che ci velocizzeranno nel processo.

L’essenza delle cose è quella parte che non scorgeremo mai; ciò che possiamo fare è perfezionare il nostro metro di giudizio e valutazione elevandone la complessità. Utilizzando più strade contemporaneamente, il risultato sarà un processo di avvicinamento continuo e progressivo della nostra verità alla realtà.



foto di freedigitalphotos.net

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