La realtà è ciò in cui credi.
Il bicchiere è mezzo pieno o è mezzo vuoto?
Non esiste una risposta corretta a questa domanda. Ogni volta che ci allontaniamo dai fatti cadiamo nelle interpretazioni e nei giudizi.
Non esiste una risposta corretta a questa domanda. Ogni volta che ci allontaniamo dai fatti cadiamo nelle interpretazioni e nei giudizi.
L’unico dato certo è che il liquido riempie il bicchiere per metà; se sia mezzo pieno o vuoto dipende dal vostro modo di porvi, dunque dal vostro atteggiamento.
La comunicazione è importante, infatti a seconda delle parole che utilizziamo, siamo in grado di dipingere scenari completamente diversi dello stesso evento.
I fatti nudi e crudi sono indistinti, a differenziare il risultato è il colore che diamo agli avvenimenti e la parzialità dell’esposizione.
Come sempre sono i nostri conflitti ad intervenire, guidandoci verso l’interpretazione della realtà psicologicamente meno dolorosa per noi.
C’è un esempio molto ricorrente che può spiegare questo fenomeno. A tutti sarà capitato di fare un brutto compito in classe almeno una volta nella vita, o anche molte volte. Ci sono quei casi in cui il compito era particolarmente difficile e così un buona percentuale dei compagni si ritrovano con un pessimo voto. A quel punto si andava a casa e si diceva :”Mamma ho preso 4. Sì ma guarda che è andato male a tutta la classe!!!”
In inglese questa strategia si chiama ‘Damage Control’, una sorta di controllo dei danni con coda di paglia incorporata.
Che poi la povera madre che messaggio recepisce?
a) il compito è andato male, 4=dato oggettivo
b) è andato male a tutti= dato emozionale a cui si deve attenere in quanto estranea alle vicende.
Quindi, per logica deduttiva, si presume che il compito era troppo difficile e quel 4 è meno grave di quanto possa sembrare…se ci casca.
Un altro compagno di classe che avesse preso 7 nello stesso compito, probabilmente si sarebbe limitato a dire il voto e menzionare che a qualcuno è andata peggio. La madre in questo caso avrebbe vissuto la situazione come nulla di eccezionale, l’ennesimo compito in classe e l’ennesimo buon voto del figlio che non dava mai problemi.
Ora siamo in grado di constatare che non sempre le informazioni che riceviamo sono di prima mano, qualche volta è necessario ‘fidarsi’ di qualcuno, come nel caso del figlio che torna a casa dopo un esame.
Il problema è che se non siamo a conoscenza del fatto che i dati possono essere manipolati dai giudizi di chi ce li espone, possiamo essere vittime di complicazioni.
Se ci fidiamo della persona che ci parla, quello che ci dirà sarà per noi vero in tutto e per tutto.
La nostra percezione della realtà sarà tarata in base a quello che ci diranno le persone più influenti del nostro circolo di conoscenze.
Basti pensare al fatto che i bambini piccoli credono ciecamente a tutto ciò che i loro genitori gli dicono.
Questo atteggiamento crescendo cambia solo in parte; sviluppiamo un senso critico tale da poter verificare anche da soli le nostre informazioni, ma non sempre adoperiamo questa capacità.
L’insieme delle convinzioni su come è fatto il nostro mondo inizia a formarsi da quando siamo molto piccoli, e col tempo si consolida sempre di più.
Gli elementi caratterizzanti la nostra visione sono spesso scelti tra un gruppo di diversi parametri in modo da formare un insieme coerente di idee che prende il nome di ‘paradigma’.
Ogni epoca ha il suo insieme di idee comunemente accettate dalla maggior parte delle persone; non importa se siano vere o no, ma in quanto accettate riescono ad orientare la visione delle persone verso risposte coerenti con esso.
Tutto ciò che va contro il paradigma è visto come disturbante e nella maggioranza dei casi sarà prima deriso e poi combattuto.
Ciò è sempre accaduto nella storia. Una volta infatti la Terra era considerata piatta, poi che fosse al centro dell’universo, pensate anche a Galileo; i fulmini erano scagliati da un Dio vendicativo; il salasso era una tecnica medica all’avanguardia e così via. In ogni epoca c’è stato un paradigma, cioè un sistema di idee in grado di spiegare la quasi totalità dei fenomeni esistenti in maniera logica e adottato dai potenti dell’epoca, le persone più influenti.
In chimica e fisica ad esempio, i modelli atomici mutano e si evolvono ogni 10 anni circa; persino il modello in cui l’elettrone gira intorno al nucleo come la terra attorno al sole, è ritenuto obsoleto.
Il grosso della società invero non ha mai controllato le regole del paradigma in cui crede, il più delle volte è sufficiente sapere che la ‘maggioranza’ crede in ciò per far scattare il pensiero “Come potrebbe essere sbagliato se ci credono tutti?”.
Eppure se qualcuno si azzarda ad esporre idee contro il paradigma in vigore, viene zittito e tacciato di ciarlataneria in primo luogo proprio dalla massa di persone non specializzate. A parole siamo tutti garantiti da una democrazia che consente la diffusione di opinioni, nella pratica ciò che è contro l’idea corrente diventa un tabù e chi ne parla viene demonizzato socialmente.
Storicamente questi paradigmi funzionano finchè forniscono le giuste risposte alle domande dell’uomo; ma il tenore delle domande dipende dal nostro grado di sviluppo. Nel momento in cui un sistema comincia a diventare inadeguato, si può dire con piacere che l’umanità è cresciuta. A questo punto entra in fibrillazione perchè le credenze e le convinizioni sono diventate instabili. Occorre un nuovo sistema.
Da un punto di vista religioso, l’ateismo sembra essersi sviluppato in contrapposizione all’idea di un Dio cristiano che non è più in grado di spiegare l’universo in maniera coerente; molti atei ignorano che di religioni ce ne sono altre anch’esse più sviluppate e recenti. Tra cui la ‘fede Bahà’ì’ che ha una teologia a mio parere perfettamente in grado di rispondere alle suddette domande.
Se voi credete in qualcosa, qualunque cosa, per il vostro cervello sarà possibile farne conto. Se quella cosa esiste voi la troverete e ne beneficerete; se non ci credete, vi passerà sotto al naso anche se la incontrerete.
Se voi siete convinti che si possa vincere al superenalotto anche se le possibilità sono scarse, voi sarete nel gruppo di coloro che vinceranno. Chi non ci crede sarà escluso da ciò, ma questo perchè emozionalmente avrà impostato il cervello nel realizzare un mondo in cui ciò non sarà possibile. In tutte le lotterie, esiste sempre una piccola quota di vincitori che non sono andati a ritirare il premio.
Magari sono persone che non sapranno neppure di aver vinto, mentre in altri casi avranno pensato che sarebbe troppo bello per essere vero.
Fatto sta che l’80% delle persone che vince grandi somme alle lotterie anche se li ritira, dopo 5 anni avrà gli stessi soldi di prima.
Se avremo una mente più aperta, saremo in grado di percepire leggi fisiche e spirituali invisibili ai più, inoltre potremo ricercare cose che per altri saranno impossibili e trovare risposte inacessibili a molti. Scopriremo nuove soluzioni per noi stessi e per i nostri problemi. Tutto dipende da come ci poniamo.
Quando diamo un’interpretazione negativa ad un evento, automaticamente ci poniamo in uno stato di insoddisfazione. Conseguentemente per noi è diventata una brutta esperienza; a cascata ne siamo così influenzati da rafforzare questa visione e causare a noi stessi altri episodio di autosabotaggio. E’ chiaro che a quel punto la realtà per noi sarà negativa, ma lo sarà perchè ci siamo focalizzati su un incidente e abbiamo omesso tutto il resto.
Magari sono persone che non sapranno neppure di aver vinto, mentre in altri casi avranno pensato che sarebbe troppo bello per essere vero.
Fatto sta che l’80% delle persone che vince grandi somme alle lotterie anche se li ritira, dopo 5 anni avrà gli stessi soldi di prima.
Se avremo una mente più aperta, saremo in grado di percepire leggi fisiche e spirituali invisibili ai più, inoltre potremo ricercare cose che per altri saranno impossibili e trovare risposte inacessibili a molti. Scopriremo nuove soluzioni per noi stessi e per i nostri problemi. Tutto dipende da come ci poniamo.
Quando diamo un’interpretazione negativa ad un evento, automaticamente ci poniamo in uno stato di insoddisfazione. Conseguentemente per noi è diventata una brutta esperienza; a cascata ne siamo così influenzati da rafforzare questa visione e causare a noi stessi altri episodio di autosabotaggio. E’ chiaro che a quel punto la realtà per noi sarà negativa, ma lo sarà perchè ci siamo focalizzati su un incidente e abbiamo omesso tutto il resto.
Se la nostra valutazione del mondo dipende solamente dagli elementi che stiamo considerando, va da sè che rammentando solo le disgrazie avremo una percezione della vita molto triste.
Se invece ci concentrassimo su quelle piccole cose che ci danno soddisfazione ed in cui abbiamo avuto successo, ci metteremmo in uno stato mentale tale da rafforzare quei piccoli momenti e trasformarli in risorse da utilizzare per creare successi sempre più grandi. Anche qui ci sarebbe un procedimento a cascata, ma mentre nel primo caso era fondato sulla paura e sull’insuccesso, ora sarebbe fondato sull’entusiasmo e sul piacere.
Questo non significa ignorare le difficoltà, tutt’altro. E’ un illuso chi dice che i problemi non esistano. Ma va detto che è altrettanto offuscato chi crede che ci siano situazioni più gravi di quello che sono.
La realtà è ciò in cui credi. Lo stato d’animo che ne consegue vi aiuterà a portarvi nel tipo di vita che desiderate, a patto che capiate di esserne responsabili e quindi padroni, sia nel bene che nel male.