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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Differenza tra Intelligenza e Cultura.

Differenza
Tutti noi, sin da quando eravamo bambini, siamo sempre stati attratti dal concetto d’intelligenza.
A scuola veniva premiato l’alunno più bravo, colui che era definito il più ‘intelligente’; a casa i genitori erano fieri del figlio più in gamba e si vantavano coi vicini dicendo che era molto intelligente.

Un po’ alla volta, giorno per giorno, questa definizione è diventata cara alle nostre orecchie tanto che la maggior parte di noi ha cominciato a fare di tutto pur di sentirselo dire in continuazione.

Ma attualmente esiste un po’ di confusione sul significato reale di questo termine.

Cos’è l’intelligenza?


Ascoltando il parere di diverse persone, mi sono accorto che per molti, essere intelligenti, significa sapere tante cose. Quando c’è qualcosa che nessuno conosce, siamo propensi a definire intelligente l’amico che sa toglierci questo dubbio.

Diciamo :”E’ intelligente perchè sa sempre tutto!”

Ma è un errore. Questo non c’entra nulla con l’intelligenza, infatti possiamo definirla cultura.
La cultura è l’insieme delle nozioni che contraddistinguono il nostro modo di vivere, le nostre usanze, la nostra storia. Chi ha accesso alla cultura è definito colto.

Il nostro compagno di classe che prendeva ottimi voti, solamente perchè ripeteva a memoria tutti i testi scolastici, non era per nulla intelligente, bensì colto. E’ possibile trovare conferma a queste parole se osserviamo le persone nella loro interezza. Qualcuno è incredibilmente bravo sui libri, nel senso che supera gli esami, ma è totalmente incapace di svolgere semplicissime mansioni di tipo quotidiano come fare una raccomandata, organizzare un viaggio, fare la spesa e cose simili.

L’intelligenza non è la cultura.
L’intelligenza è la capacità di risolvere i problemi.

Torniamo alla biologia a me tanto cara. Nelle specie animali è intelligente quell’individuo che di fronte ad un conflitto è in grado di trovare risposta soddisfacente per la sopravvivenza; un uccello che in estate nasconde provviste sotto terra, da mangiare in inverno, è intelligente.
Va da sè che chi non è abbastanza ingegnoso verrà spazzato via, la specie invece rischierà l’estinzione.

Al giorno d’oggi, essere colti in un certo senso si mescola con l’essere intelligenti per un motivo molto semplice.
Siamo talmente bombardati da stimoli ed informazioni di ogni categoria, al punto da imparare a memoria ogni tipo di dato e ogni genere di soluzione preconfezionata.

Riflettete sul sistema scolastico attuale.Nessuno richiede agli studenti di ragionare, salvo in rarissime discipline matematiche in cui le soluzioni sono affidate anche alla creatività nel trovare strategie di calcolo.

La scuola moderna occidentale, è un luogo in cui vengono immessi dei programmi di studio molto precisi, politicizzati. Non si lascia possibilità di devianza dalla visione ufficiale.
Pensare, ragionare, non è richiesto, anzi è scoraggiato perchè potrebbe creare problemi.

L’insegnante ha il compito di rifilare tutta una serie di conoscenze precotte agli alunni, i quali non hanno il potere di metterle in discussione. In aggiunta, vengono interrogati su quelle stesse nozioni per verificare che le abbiano acquisite. A questo punto il lavaggio del cervello è compiuto. Non viene richiesto di verificare ciò che ci insegnano a scuola dell’obbligo, ma anche obbligatoria diventa la visione storica e politica delle cose.

Gli alunni non sono formati per essere intelligenti, lo scopo è solo di creare una massa di persone omologate e colte.

Le conseguenze saranno la mancanza di un ‘senso‘ nella vita, perchè se non corrispondi esattamente a quel modello vivrai perennemente in conflitto con te stesso e oggi sappiamo che il modello corrente corrisponde solo al 20% delle persone.

Ci sarà una preoccupante demotivazione, perchè non avendo un senso di vita non si avrà neanche più l’entusiasmo di fare qualcosa di veramente eccitante per come siamo fatti.
Avremo infine la paura del rigetto da parte del gruppo se dovesse rendersi conto delle nostre diversità di obiettivi, ed una conseguente solitudine poichè non potremmo più parlare onestamente di quello che siamo davvero.

Tutto ciò è ottimo nell’ottica di una società immutabile e perfetta, in cui ogni giorno le prove da affrontare sono sempre le stesse e gli imprevisti non sono contemplati.
Il problema è che il mondo non funziona così; ogni epoca ha i suoi conflitti, le sue domande senza risposta, le sue crisi. E’ fondamentale riuscire a rispondere a queste problematiche ma per farlo occorre un atteggiamento intelligente.

Imparare a memoria ogni tipo di risposta non è intelligente, equivale a costituire una società sempre più specializzata in settori a compartimenti stagni.
Laborit, il noto biologo francese, era solito dire che in natura tutte le specie che si sono molto specializzate, sono quelle che poi si sono estinte, perchè ad un minimo cambiamento della natura, le condizioni di vita diventavano insostenibili.

La stessa cosa accade all’uomo, ad esempio nelle aziende. Le compagnie che si sono specializzate nella produzione di prodotti molti precisi come ad esempio un tipo di macchinario, sono fallite nel momento in cui quell’apparecchio non era più richiesto. E’ naturale, essendoci il progresso, alcuni tipi di invenzioni non possono durare per sempre. Le ditte più mobili, sono quelle che si adattano meglio ai cambiamenti ascoltando le esigenze del momento.
Diciamo che sono intelligenti.

In ogni epoca, a seguito di una crisi economica o delle guerre, molti giganti cadono e vengono sostituiti da nuovi ricchi emergenti. Spesso lo vediamo nel passaggio da una tecnologia all’altra, o da processi che modificano radicalmente uno stile di vita. Da un punto di vista commerciale possiamo vedere come aziende italiane quali Fiat, ora stiano inglobando società un tempo più grandi di loro; in antropologia invece vediamo come popoli di cacciatori si siano convertiti a grandi coltivatori.

Le regole del gioco cambiano di tanto in tanto, quelle vecchie non valgono più, ma la persona intelligente è colui che si adegua al cambiamento, non chi persiste nella vecchia strada. Chiunque rifiuta di slegarsi dal vecchio, inesorabilmente viene spazzato via da questa legge evolutiva; il riferimento più noto è la caduta dei dinosauri, un tempo padroni del mondo, ma che non hanno saputo adattarsi alle differenti condizioni ambientali.

Molti delegano la responsabilità di questi adattamenti alla fortuna. In realtà non è vero, chi ha successo sa benissimo quali sono stati i passaggi che lo hanno portato in cima o che lo hanno salvato dal baratro. Possiamo anche definirle mosse geniali ma di certo hanno un loro senso, non possono essere chiamati colpi di fortuna. La fortuna è quell’azione isolata che porta un po’ di aria fresca alla nostra condizione; se una persona vince alla lotteria può essere fortuna, ma se riesce a mantenere il patrimonio e farlo fruttare è intelligenza finanziaria. Come ho già detto, solo il 20% dei grandi vincitori di lotterie riesce a conservare i soldi oltre 5 anni, perchè si sono adattati ad un nuovo stile di vita.

Ricapitolando, la cultura è l’insieme delle nozioni che abbiamo accumulato negli anni; mentre l’intelligenza è la capacità di risolvere problemi nuovi, trovare strategia adeguate allo scopo di adattarsi all’ambiente.

Esistono degli strumenti che consentono ad una persona di raggiungere un’intelligenza superiore riducendo al minimo la quantità di dati necessari. Per esempio passare da una mentalità a cassetti, in cui ogni argomento è ben inscatolato ma isolato dal resto del sistema, ad una mentalità olografica, in cui tutto è organizzato all’interno dello stesso cassetto mentale. Ne parleremo la prossima volta.



foto di freedigitalphotos.net

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