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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Di chi è il mio destino?

Siamo liberi di scegliere il nostro percorso o tutto è già scritto?
Verrebbe da dire entrambi e nessuno dei due.

E’ uso comune associare l’eredità dei caratteri genetici quasi esclusivamente ai tratti fisici come occhi, naso, colore dei capelli ecc.

Talvolta si arriva pure ad includere alcuni elementi distintivi della personalità come il talento in una data occupazione, la determinazione di qualcuno della famiglia, l’impulsività e via dicendo.

Quello che per molti anni si è trascurato di considerare è l’ereditarietà di alcune esperienze di vita. Vi sembra strano?
Eppure ad un’analisi più accurata risulta evidente come la maggior parte degli eventi di una persona ricalchino le vicende o il copione di un nostro antenato.



ESERCIZIO
Per chi ha piacere di approfondire la questione, consiglio di prendere un grande foglio di carta e rappresentare l’intero albero genealogico arrivando almeno a 4 generazioni dietro di; se proprio non vi è possibile almeno fino ai nonni ma con tutti i dettagli possibili: nomi, date di nascita e morte, numero di fratelli vissuti o abortiti, mestieri, matrimoni e le età in cui sono avvenuti gli eventi suddetti.

Vedrete emergere coincidenze curiose: persone col vostro stesso nome, gente che fa il vostro lavoro, altri che magari hanno sposato una donna che si chiama come vostra moglie, o fatti avvenuti in modo analogo a voi o alla stessa età ecc.

Nell’articolo sugli ‘automatismi’ avevo spiegato che tutto quello che non è cosciente ritorna come destino. Le nostre esperienze traumatiche vengono rimosse dalla coscienza, tuttavia possono essere ancora rappresentate attivamente grazie all’inconscio e la coazione a ripetere. Ma questo non riguarda solo un evento traumatico accaduto nell’arco della nostra esistenza, può benissimo essere un replay di un episodio traumatico di qualcuno a noi precedente, un antenato.
Nell’arco di 5 generazioni troveremo: voi, i genitori, i nonni, i bisnonni e gli avi. Facendo un calcolo si avranno un numero di persone crescente a partire da 1 (voi), 2 genitori, 4 nonni, 8 bisnonni e 16 avi. La quinta generazione rappresenta la ‘quintessenza degli avi, significa che voi siete un ‘collage’ di quelle 16 persone di famiglia e che molto di ciò che vi accade oggi ha a che fare con esperienze ereditate da loro.

Esistono delle ricerche e documentazioni a partire dalla terapeuta ‘Anne Ancelin Schützenberger’ in cui si ravvisa in oltre 400 alberi genealogici filmati, una serie di ripetizioni affascinanti.

La sindrome da anniversario.
Consiste nel ripetersi di un accadimento da una generazione all’altra nella medesima età del nostro antenato. Facciamo un esempio: immaginate di dover cambiare casa a 4 anni, magari osservate nella vita dei vostri genitori e notate che anche uno di loro ha cambiato casa alla stessa età, poi vi accorgete che anche voi state di nuovo trasferendovi e che vostro figlio ha anche lui 4 anni. Questo è un esempio di sindrome da anniversario.

Esiste anche la sindrome da doppio anniversario, in cui le coincidenze si moltiplicano e si intrecciano rendendo lo scenario ancora più familiare. Tipico esempio documentato, un genitore muore all’età di 40 anni lasciando un figlio di 12; questo figlio crescendo si sposa e muore anche lui a 40 anni per un improvviso malore, lasciando a sua volta un figlio di 12 anni. Come si può intuire il ‘doppio’ è dovuto al fatto che entrambi i personaggi hanno la medesima età di chi li precede nei rispettivi ruoli compiendo azioni simili.

Le ripetizioni non sono necessariamente caratterizzate da positività o negatività, in quanto per il cervello biologico/inconscio questo concetto non ha alcun senso. La valutazione è dovuta al nostro modo di percepire le cose.

Perdere il lavoro per qualcuno può rappresentare una tragedia mentre per altri, perderlo alla medesima età può essere l’occasione per una svolta favorevole.

Come possiamo utilizzare lo strumento degli anniversari nella vita quotidiana?
Innanzitutto è richiesta la consueta dose di ricerca, impegno e pazienza perchè se vogliamo utilizzarla abbiamo bisogno di ‘dati’ effettivi e raccoglierli può richiedere qualche tempo.
Lo scopo è portare alla ‘coscienza’ eventi passati e lontani che risultano sconosciuti alla nostra mente razionale, ma non al nostro inconscio che similmente ai traumi tenderà ad agirli in automatico.

Immaginate che un vostro antenato maschio abbia provocato un fallimento finanziario e sia stato costretto a svendere la casa da lui amministrata. Se i discendenti sono ben consapevoli dell’episodio, potrebbero non esserci conseguenze di rilievo, ma se la cosa ha scatenato un grande conflitto nella famiglia e di conseguenza un rimosso.
E’ probabile che la storia un po’ alla volta venga taciuta ai posteri, quindi diventi un segreto; di conseguenza verrebbe tramandato il mistero attraverso una coazione a ripetere che porti o a ripetuti fallimenti, oppure ad azioni automatiche preventive. Ad esempio potrebbe capitare che nessun maschio di quella famiglia compri una casa, o se lo facesse è probabile che la intesti alla moglie o a qualche altra donna. Perchè la risposta automatica tramandata dice: Uomo=No Casa!

Nelle generazioni successive ad uno choc, l’evento conflittuale viene ritenuto ‘impronunciabile’; nella generazione successiva si va oltre, e ciò che prima era impronunciabile diventa addirittura ‘inconcepibile’.
Tutto ciò si riferisce alla coscienza, mentre l’inconscio familiare è sempre ben informato di tutto.

Ma perchè queste ripetizioni?
Perchè esistono delle problematiche a cui non possiamo sottrarci per la nostra sopravvivenza, mettere la testa sotto la sabbia non è di aiuto.

Se una famiglia vive una difficoltà è probabile che questa difficoltà abbia qualcosa di concreto e tangibile, in quanto tale continuerà a persistere anche nei discendenti.

Se in un villaggio c’è carestia, le famiglie povere saranno le più colpite, ma i loro figli saranno ugualmente portatori di questo problema se resta irrisolto e quindi lo ripeteranno a modo loro.

Ogni problematica che un individuo vive nel suo contesto civilizzato, per il cervello animale può essere assimilato ad una questione di vera sopravvivenza a cui non ci si può sottrarre perchè farlo vorrebbe dire morire o realmente o metaforicamente.

Una persona che perde il lavoro in alcuni paesi rischia di morire di fame, in quelli più industrializzati il rischio è molto minore ma per il cervello biologico è ancora come se fosse la fine di tutto.

Per il cervello biologico il primo compito è fare fronte alle crisi in maniera istantanea ed automatica, non si ferma tanto a riflettere, è un Tac-Tac! Ed è qualcosa che fa da milioni di anni, utilizzando un kit di programmi speciali che si sono accumulati in tutto questo tempo per ogni evenienza.

Chiaramente un risposta che smette di essere automatica, diventa una risposta ragionate e consapevole e questo blocca anche la catena di ripetizioni della genealogia. Come a dire: il cervello attua una soluzione di emergenza presa dal suo magazzino, se poi ne scoprite una migliore si lascerà facilmente convincere ad applicarla.

Ogni volta che ci succede qualcosa di particolare dobbiamo sempre farci la domanda “A che cosa è la buona soluzione?” in pratica dalla risposta, che è l’evento, dobbiamo risalire al problema che avevamo e a cui il cervello ha risposto in automatico.

La nostra abilità nel sciogliere questi nodi e riprendere consapevolezza dei nostri programmi inconsci derivanti dalle generazioni passate può fare la differenza tra ‘creare il nostro destino’ e ‘vivere quello di un altro’.


Questo argomento viene trattato nel seminario “Genealogia e il Destino nel Nome”


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