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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Amare il Mondo e Odiare Se Stessi – quando le azioni tradiscono i nostri blocchi

“Ciao Shahruz, bravo come sempre…ho due domandine: 

La prima: io ho conosciuto un ragazzo che si è innamorato di me, ma lui si trascurava tantissimo, non si preoccupava mai di se stesso, anzi passava tutto il suo tempo a prodigarsi e a distruggersi per gli altri e anche per me infatti lavora aiutando i disabili… Un ragazzo d’oro si può dire, ma io ho sentito che dovevo allontanarlo, perché non mi fidavo di uno che “odia” se stesso e che si dedica solo agli altri. Forse si è innamorato di me (anzi ne sono sicura) perché ero l’unica a trattarlo bene, gli volevo bene davvero, e lo trattavo come un essere umano se così si può dire… Ma il mio ragionamento è stato giusto secondo te? cioè di non fidarmi ad avere vicino qualcuno che si odia…sentivo quasi che non potevo davvero sentirmi amata da uno che non si ama… Ora sono costretta a volergli bene da lontano anche se non lo sa!” 

Una situazione molto comune ma anche intricata la tua. 

E’ il dramma dell’amore, quel sentimento di cui tutti parlano e che pochi hanno provato davvero. Molto più spesso è dipendenza psicologica, vuoto affettivo, ricatto o manipolazione. 

Adesso che abbiamo iniziato col piede giusto, posso proseguire con le risposte alle tue domande. 
Non sei stata proprio chiarissima sul tipo di rapporto tra te e lui. Sostieni che il tuo conoscente si è innamorato però tu gli vuoi solo ‘bene’, ho capito correttamente?

Il tuo comportamento è il risultato di un ragionamento, non di un sentimento. 

Hai ‘ragionato’ sul fatto che vuoi essere amata, ma per sillogismo deduci che uno che non ama se stesso non potrà mai amare te. 

La contraddizione però sta nel fatto che tu gli vuoi bene da lontano. 

A questo punto o gli vuoi bene e agisci di conseguenza, o non ha senso volergli bene e te ne stai alla larga. 

Tu invece gli vuoi bene e gli stai alla larga…tipica logica femminile. 
Mi scusino le esponenti del gentil sesso per la generalizzazione. 

Da quanto chiedi, il problema verte sulla correttezza del tuo ragionamento. Se uno non si ama può amare qualcun altro? 

Io penso questo. 

Chi si trascura evidentemente non si ama, perchè tratta male se stesso. Tu non tratteresti in quel modo qualcuno a cui vuoi bene. 

 Tuttavia questo atteggiamento autodistruttivo non impedisce alla persona di prodigarsi per gli altri, e infatti aiuta i disabili. 

A quel punto ti potrai chiedere “E se stessimo insieme come sarebbe?” 

La cosa potrebbe andare in questa maniera. 

Chi non ama se stesso semplicemente non lo fa perchè non sa che si può fare. 

 Generalmente chi si trascura pensa che l’amore sia qualcosa di esterno che proviene solo da altri e non da se stessi. 

Purtroppo, chi non sa di potersi amare sarà totalmente dipendente dalle persone per poter ricevere amore o cure emotive per se stesso. 

Quindi tra i tanti contatti, troverà una persona a cui caricare questa grande responsabilità. Una come te che lo tratta come un essere umano, rappresenterà per lui il biglietto vincente del super enalotto…non dovrà più avere bisogni emotivi da soddisfare, ci penserai tu. 

A quel punto lui continuerà a comportarsi in modo da assecondarti e soddisfare ogni tua più piccola richiesta, ancor prima che tu possa esprimerla…ma ben presto diventerà nauseante, inopportuno, fuori luogo…totalmente asservito ed inferiore rispetto a te. 

Di fatto chi rientra in questo profilo diventa uno schiavetto inconsapevole dell’altro, poichè in realtà sta cercando di compiacerti e darti il numero minimo possibile di problemi per la paura che tu ci ripensi e te ne vada. 

Peccato che questo atteggiamento spegne ogni tipo di desiderio in chi viene trattato così. L’attrazione se ne va via, e tra i due ci sarà solo un amore impossibile. 

Ma perchè io possa vivere un amore impossibile è probabile che mi debba accostare a qualcuno che ha il medesimo problema…infatti anche tu vivi una non relazione con lui. 

Perchè succede questo? 

Il punto è che ogni rapporto ha lo scopo di insegnarci qualcosa. 

Le relazioni che ci costruiscono nel carattere e ci consentono di guarire delle ferite interiori, non sono solo quelle ufficiali in cui c’è una coppia. Moltissime relazioni non arriveranno mai a questo stadio, tuttavia daranno seguito a frequentazioni platoniche che metteranno entrambi in una tensione positiva, dove già emergeranno i rispettivi conflitti. 

Se la relazione non nasce è perchè non c’era una compatibilità sufficiente o perchè l’obiettivo era già stato raggiunto prima di arrivare a quel gradino. 

Ad esempio tu stai imparando che hai problemi ad amarti, altrimenti perchè saresti invischiata in una situazione con un ragazzo che si trascura e che ti senti di tenere lontano? 

Colui che ti trovi davanti, in una certa misura è specchio dei tuoi problemi personali, altrimenti non sarebbe rimasto nella tua vita per più di 10 minuti. 

Quindi il problema, non è tanto se il tuo ragionamento sia stato giusto o meno. Quanto che se non impari ad amarti non troverai una persona che ti amerà come chiedi neanche la prossima volta. 

Se invece questo ragazzo o altri simili a lui fanno periodicamente parte della tua vita affettiva, è probabile che sia uno di quei sospesi o lezioni che devi ancora acquisire e che stavi rimandando da tempo. 

“nel tuo cammino come hai fatto a farti forza e a darti una spinta nei momenti difficili? Io ora sono sola, non mi sento apprezzata e amata da nessuno neanche dai familiari, so che una persona circondata da amore e approvazione ha la strada più agevolata, io non demordo e voglio bastarmi perché è la cosa migliore in assoluto, ma a volte sprofondo giù di nuovo…probabilmente è una domanda stupida ma hai qualche frase incoraggiante delle tue per questi momenti?” 

Anni fa ho vissuto un periodo piuttosto difficile della mia vita. 

Non ero nuovo a fasi depressive e quando ero più giovane ne ho vissuta una davvero letale. 

Tuttavia non avevo mai appreso granchè sui meccanismi della depressione, fino a quando in un certo anno ebbi qualcosa come 14 episodi depressivi nell’arco di 6 mesi. 

La parte interessante è che al tempo avevo già una visione e un modo di sintetizzare gli eventi fuori dal comune, tanto che riuscii a codificare in me i meccanismi che mi facevano entrare e poi uscire dalla depressione in modo preciso e in tempi sempre più rapidi, al punto che gli ultimi episodi duravano dai 5 minuti alla mezz’ora contro i mesi delle esperienze precedenti, a parità di eventi. 

Il meccanismo della depressione è che quando ad un tratto ti rendi conto che il tuo progetto di vita è fallito, o il sentiero che avevi sempre immaginato dritto ad un certo punto viene interrotto da un muro invalicabile, tutto perde di significato. 

Infatti non è più possibile andare avanti, la mia energia vitale non fluisce più perchè non vedo più un seguito e quindi sono destinato a morire senza scampo. 

In pratica il mio piano è fallito. 

La soluzione per tirarmi su era sempre la stessa, elaborare un piano B. 

Ok, il mio precedente obiettivo è stato interrotto malamente, la strada non è più percorribile, ma posso sempre sostituirla con un’altra. 

Alla fine è sempre possibile arrivare a destinazione, ma la strada che seguo non mi deve importare, l’importante è che ad ogni passo io possa avvicinarmi di un altro metro. 

E prima o poi arrivi. 

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