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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

A Sua immagina e somiglianza – Le Leggi del Cervello Inconscio

Così Dio creò l’uomo. Almeno è ciò che sappiamo dalle tradizioni religiose.

Diversi studiosi si sono affannati per dare un’interpretazione più o meno plausibile a questo versetto della Bibbia: chi adducendo ad una somiglianza fisica, chi ad una spirituale.

A parte il fatto che somiglianza non significa ‘identità’, questo concetto diventa interessante se lo rapportiamo alla natura del cervello umano.

La prima regola del cervello biologico, cioè quella parte animale che si occupa di sopravvivenza, è che “Il cervello conosce solo te!”

Vale a dire che tutto ciò che esperite, osservate, riconoscete, è sempre 95 qualcosa che viene da dentro di voi in quanto ne siete già parte.
Questo concetto pervade tutto il nostro mondo, da ciò che diciamo a ciò che facciamo, a ciò che pensiamo; tutto rispecchia unicamente noi stessi in quanto nulla di estraneo o sconosciuto può uscire dalla nostra mente.

Durante i corsi dal vivo, mi capita sovente di ascoltare i partecipanti che ho davanti mentre cercano di convincermi di quanto siano cattive o colpevoli le persone con cui hanno avuto a che fare. Mi spiegano per filo e per segno le dinamiche che le hanno portate al conflitto, riempiendo il racconto di mille particolari e giudizi.

Alla fine non devo fare altro che segnarmi i punti salienti sui fogli di carta della mia lavagna e cominciare una serie di domande a tappeto per indagare la realtà dei fatti.

Quello che emerge ogni volta è che tutte le cose di cui sono accusati questi presunti colpevoli sono sempre comportamenti che vengono compiuti anche da chi se ne stava lamentando.

Immaginate una persona che vi dica che voi non la lasciate mai parlare, ma ogni volta che volete prendere la parola vi zittisce e continua.
Chi si lamenta di quanto gli altri siano disordinati ma continua ad avere borse piene di oggetti e cartacce di ogni tipo. Chi non sopporta le persone rigide mentre dentro di sè è pieno di regole esasperanti.

Il problema è che noi abbiamo lo stesso atteggiamento di chi osserviamo, ma non è detto che lo utilizziamo alla stessa maniera.
Alcuni notano di essere socialmente giudicati e ne soffrono, ma non si accorgono di essere giudicanti a loro volta in un contesto lavorativo. Essendo sociale e lavoro due campi distinti, è come se non si accorgessero del loro operato nelle differenti situazioni, ma la struttura comportamentale è la medesima.

Quindi, “Il cervello conosce solo te! E quando parla degli altri, sta parlando di te!”

Tradotto, vuol dire che ogni volta che parlate di qualcuno evidenzierete sempre aspetti che già possedete, anzi ad essere precisi l’unica cosa di cui siamo veramente certi è che quegli aspetti voi ce li avrete, l’altro non lo sappiamo ancora.

Questo perchè la nostra realtà è solo l’insieme delle interpretazioni e proiezioni delle nostre sensazioni, tuttavia non sempre corrispondono a ciò che succede. Imparando ad isolare i fatti dalle emozioni che proviamo, possiamo scoprire di aver vissuto una vita completamente differente.

Molto particolare il caso delle persone che utilizzano insulti pesanti, in realtà dicono come si considerano loro stessi. Questo perchè la nostra mente focalizza l’attenzione solo su cose che già conosce, altrimenti passerebbero inosservate.

Per fortuna questo riguarda anche gli aspetti positivi. Pochi si rendono conto che se riescono a identificare i pregi altrui è proprio perchè quei pregi sono latenti in loro.
Non è una notizia confortevole?

Ogni volta che percepite in qualcuno un elemento che non vi piace, riconoscete dove anche voi siete così. Un po’ alla volta potrete avere padronanza di quel carattere e trasformarlo in una risorsa da usare solo se lo desiderate.

Mentre ogni volta che vi sentite in uno stato di ammirazione per qualcuno, riconoscete quel talento dentro di voi. Isolatelo e vedete dove lo avete già usato in passato, in modo da diventarne padroni ed utilizzarlo sempre più spesso, rafforzandolo.


La scoperta di questa regola ha delle implicazioni affascinanti se la trasferiamo in contesti differenti, ad esempio tecnologici.

Una professoressa di matematica, quando ero bambino mi disse :”L’uomo con la mente è sempre avanti alla tecnologia“. Con questa frase intendeva dire che ogni cosa che l’uomo ha costruito o inventato era sempre partita da una intuizione o da un progetto fantascientifico come quelli che leggiamo nei romanzi e vediamo nei film.

Dunque anche la fantascienza parte sempre da noi e in potenza ci svela quello che in un futuro potremmo diventare.

Nel 1987 usciva il film Star Trek IV, in cui uno dei protagonisti comunicava con il suo computer semplicemente parlando. Al tempo era qualcosa di clamoroso, invece già da 10 anni abbiamo dei buoni programmi di riconoscimento vocale, persino nei telefonini, e possiamo scrivere sul pc parlando, o dare comandi al computer tramite impulsi vocali.

Sempre in quegli anni, un libro per ragazzi anticipava che di lì a poco avremmo avuto un televisore che durante il notiziario ci stampava direttamente a casa il giornale con le notizie. Col tempo venne fuori il televideo, poco più in là internet e finalmente è diventato possibile vedere notizie sul web e stampare ogni cosa.

Proprio ai pc vorrei riallacciarmi per spiegare dove vedo il nesso tra tecnologia e creazione ad immagine e somiglianza.

Il computer è la trasposizione meccanica di un essere vivente; non esiste funzione, periferica, software che non corrisponda a qualcosa di vivo.
Il computer ci rivela non solo come funzioniamo negli ambiti che già conoscevamo, ma essendo costruito a nostra immagine ci svela anche i retroscena di quelle parti di noi che conosceremo nel tempo.

Pensate, il microfono corrisponde al nostro orecchio; le casse alla nostra bocca; la webcam agli occhi. Il processore è un cervello, la memoria ram è la memoria a breve termine; la rom è la memoria a lungo termine. La stampante è una mano che scrive.
Si è evoluto a tal punto che come gli esseri semplici inizialmente non aveva bisogno di sognare, mentre da una decina d’anni anche i computer hanno una simil-fase REM, quando si spengono occorre attendere alcuni secondi perchè si rimettano in ordine i dati.

I computer hanno i virus, come noi.
Ma i computer attuali sono anche collegati in rete; le informazioni possono passare da un terminale all’altro, sia volutamente attraverso la richiesta di dati da parte dell’utente, sia inconsciamente tramite continui upload di sistema.

Di fatto il vostro computer può venire a conoscenza di dati che non sono da voi, ma nella rete.
Questo rispecchia esattamente la teoria del cervello collettivo, secondo la quale tutti gli esseri viventi sono collegati tra loro e si autoregolano mantenendo un equilibrio favorevole alla sopravvivenza della vita sul pianeta.

In futuro le informazioni non saranno più nei nostri hard-disk, non servirà, basterà collegarsi alla rete. Alcuni teorici suppongono che anche nell’uomo non ci siano ricordi nel cervello, questi sarebbero nel ‘campo energetico’ a cui il cervello si collega solamente. Dunque il cervello è solamente una ricevente di dati ed intuizioni che provengono da una dimensione diversa, la quale è probabilmente condivisa con gli altri esseri umani.

Tutto ciò che ci circonda ci rispecchia.
Se sarete in grado di notarlo, sarete anche in grado di anticipare le situazioni problematiche identificando le analogie tra quanto succede in un campo della vostra vita e tutti gli altri.

Questa tecnica si chiama ‘analisi dei manifestati’ ed è una delle tecniche più efficaci per i lavori di crescita personale da me utilizzate nei seminari. Lo vedremo prossimamente.

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