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"Tutto ciò che succede nella vita, è un pretesto per vivere un vissuto"

Distacco nei Rapporti – quando i bisogni passano in secondo piano

“Salve. Mio marito se.ne andato via di casa dopo 5 anni di fidanzamento e.3 di matrimonio, lui era cambiato tutti lo vedevano tranne io ,in un mese ho visto che si allontanava e io nn facevo niente per capire un giorno parliamo e mi.chiede perché mi sono innamorata di lui e così io che nn gli ho mai mentito gli ho detto che mi sono innamorata piano piano etc.lui mi lascia la settimana dopo in quella.settimana abbiamo avuto rapporti essendo io a cercarlo cosa mai succesa e resto in cinta sapendolo dopo che lui nn era più a casa un mese dopo bene e passato 10 mesi mia figlia e già arrivata e lui nn e più tornato adesso ho saputo che è con una sua collega ma nn mi chiede il divorzio lui dice che con me e impossibile perché ho un carattere difficile ha sempre dato la colpa a me di tutto il perché mi ha lasciata vorrei un suo consiglio se posso aspettarmi che lui torni grazie.”


Dal mio punto di vista l’argomento relazioni è pieno di luoghi comuni, talmente radicati che nessuno si permette quasi più di metterli in discussione.



Il problema è che questi luoghi comuni sono anche molto stupidi e frutto di pensieri molto elementari. Per questo ritengo che non sia mai una buona idea affidarsi a ragionamenti che ci mettano in pace con la coscienza ma che ci sollevano da ogni responsabilità.

Forse ci fanno sentire più tranquilli sul nostro operato ma sono anche la causa dei nostri fallimenti. Io preferisco ragionare in modo da ottenere risultati.

Partiamo dal primo punto:
-le persone cambiano

E’ vero, è una realtà. Le persone cambiano nel tempo, e per fortuna mi sento di dire, le persone evolvono e questo è uno degli obiettivi della vita stessa. Evolvere aumenta il nostro grado di gratificazione e le speranze di sopravvivenza, anche della famiglia.

Il problema è se questa evoluzione va in direzione diversa rispetto al partner, in tal caso il risultato può essere una crisi di coppia tanto profonda quanto la diversità dei percorsi.

I casi di queste crisi sono almeno di due tipi:

1) Nella coppia, effettivamente i due partner avevano obiettivi diversi sin dal principio, ma non avendo le idee chiare, la questione è emersa solo successivamente.

Quante volte capita ad esempio di non porsi problemi futuri, salvo poi rendersi conto che sull’educazione dei figli si hanno idee contrarie!?

2) Nella coppia, uno dei due sta facendo un cammino mentre l’altro è fermo.

Se accade una situazione di questo tipo, uno dei due si mette in attesa, ma quando la pazienza finisce la crisi si innesca e se non c’è una ripresa di movimento da parte di chi è fermo, la coppia è finita.


Secondo punto:
-si notano dei problemi di coppia ma non si fa nulla

Anche in questo caso, il problema può essere legato ad uno degli scenari che ho menzionato sopra. Il fatto che ci sia un problema indica un’esigenza insoddisfatta, se non ce ne curiamo vuol dire che stiamo lasciando affondare la relazione,  dato che richiede manutenzione ed attenzione. 

Non basta stare bene insieme, lo stare bene è determinato da una cura continua; tuttavia capita sovente che nelle coppie uno dei due stia meglio dell’altro e viva la relazione di rendita. L’altro invece soffre e non solo per la mancanza di fattori di cui ha bisogno, quanto per la percezione del totale disinteresse da parte del coniuge o partner.

Nella situazione di cui parli, sembra che lui sia quello non compreso dei due, questo porta sempre ad una frustrazione e perdita di attrazione nella coppia, che culmina con l’allontanamento.

E’ un problema sia maschile che femminile. Esistono donne che si disinteressano dei bisogno o stati d’animo del loro uomo, e uomini che se ne fregano delle donne. Il risultato però è il medesimo.

Chi va via dalla coppia lo fa perchè non si sente amato o considerato, o non riconosciuto nei suoi bisogni. Di conseguenza non è l’aspettare che determinerà il ritorno del compagno/a, ma iniziare a re-interessarsi di lui e dei suoi bisogni, altrimenti la soluzione inevitabile sarà o di chiudersi nell’astinenza o di trovare un’altra persona.

Questi li chiamo fattori ‘respingenti’, cioè i nostri comportamenti che rendono spiacevole alle persone lo starci vicini; da accostare ai fattori ‘attraenti’ che fanno venire voglia agli altri di essere in nostra compagnia.

Per far tornare qualcuno non bastano le parole, occorrono fatti.
I fatti sono il diminuire i fattori respingenti e al contempo aumentare quelli attraenti.

Infine occorre identificare quale potrebbe essere un progetto in comune da invogliare l’altro a stare insieme a noi.

Crescere un figlio non può essere un progetto, in quanto è qualcosa che riguarda quasi tutti.
E’ costruire qualcosa insieme, trovare una sorta di missione.

La missione c’è sempre, ma spesso è travisata o non contemplata coscientemente.
Tuttavia la missione di coppia deve essere condivisa e complementare, non possono stare insieme persone con scopi completamente diversi o che non si accostano l’uno con l’altro.

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